COSENZA – Sono stati presentati oggi al Ministero della Salute i risultati dello “Studio conoscitivo delle reti di terapia del dolore”.
L’indagine, nata dall’accordo di collaborazione tra il Ministero della Salute e l’Università della Calabria, ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di uno studio della patologia del dolore cronico, su scala nazionale, ed una analisi dell’organizzazione della “Rete di Terapia del Dolore” nelle regioni.
Hanno contribuito allo studio professionisti sanitari, ricercatori e docenti universitari del Laboratorio di documentazione dell’Unical: Francesco Amato e Silvia Ceniti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Roberto Guarasci, Sara Laurita, Francesca Parisi, Luciano Parrilla, Erika Pasceri e Anna Perri dell’Università della Calabria. I risultati sono stati presentati dal dottor Francesco Amato, direttore deell’Uoc Terapia del dolore dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, dal professor Roberto Guarasci e dalla dottoressa Sara Laurita dell’Università della Calabria. Le conclusioni sono state affidate al direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero, Andrea Urbani.
Lo studio ha analizzato i processi organizzativi e assistenziali dei servizi dedicati alla terapia del dolore, con particolare riferimento alle strutture, alle attività, alle professionalità coinvolte e ai documenti prodotti.
La rilevazione ha coinvolto le strutture presenti sul territorio nazionale che erogano prestazioni connesse alle terapie del dolore. Il questionario mirava ad ottenere informazioni sull’organizzazione strutturale e funzionale del Centro di Terapia del Dolore e le modalità di accesso dell’utenza alla struttura. La fase di raccolta dei dati, iniziata il 6 giugno 2018 con l’invio dei questionari, si è conclusa il 7 settembre 2018.
Tra le 365 strutture contattate, 192 hanno completato l’indagine, consentendo di raggiungere un primo obiettivo: tracciare una mappa aggiornata della rete di strutture che erogano servizi di terapia del dolore a vario titolo.
Dall’analisi dei dati ottenuti dalle strutture rispondenti al questionario è emerso che i centri di terapia del dolore sembrano abbastanza allineati con le direttive ministeriali, per ciò che concerne la gestione del percorso di cura del paziente. Infatti, alla domanda sulle modalità di accesso al centro, l’80% ha risposto che avviene mediante il Centro Unico di Prenotazione, e non attraverso una modalità di prenotazione interna al reparto né tramite pronto soccorso, che dovrebbe essere ad esclusivo accesso da parte dei malati in fase acuta.
Nella sezione relativa alle attività cliniche erogate, sono stati chiesti dati relativi al flusso dei pazienti, sia per quanto riguarda il numero complessivo di visite, sia per i ricoveri. Analizzando i dati distribuiti per tutto il territorio nazionale nell’anno 2017, è emerso che il numero di visite complessivo annue registrato, tra prime visite e visite di controllo, è stato di 578,300, di cui 133,044 prime visite. Un dato negativo emerge dall’analisi dei dati sulle attività di ricerca, poiché la maggior parte dei centri che hanno partecipato all’indagine dichiarano di non svolgerne alcuna. Il dato è in parte da attribuire a quanto emerso nella seconda parte dell’indagine, ovvero in molti casi è stato segnalato che nelle strutture vi è una forte carenza di personale. Un’altra motivazione potrebbe derivare dal fatto che molte delle strutture rispondenti sono strutture ospedaliere e non universitarie, nelle quali l’attività di ricerca in generale non è quasi mai contemplata, soprattutto per le note difficoltà che gli ospedali hanno nell’accedere ai fondi per la ricerca.