ROSSANO (CS) – Il Santuario della Madonna delle Armi sarà un nodo cruciale nella prossima programmazione turistico-culturale calabrese.
Nel marzo scorso, a seguito del furto della corona d’oro della Madonna delle Armi, il consigliere regionaleGiuseppe Graziano aveva tempestivamente interessato della vicenda la Regione Calabria, affinché si facesse carico, nel breve tempo, di garantire tutte le misure atte a tutelare il complesso storico-artistico da ulteriori atti vandalici. Innanzitutto provvedendo a trasferire un’adeguata dotazione finanziaria che potesse permettere alla Fondazione Santa Maria delle Armi di installare gli opportuni sistemi di allarme e sorveglianza.
La Regione – dichiara soddisfatto Graziano – ha dimostrato sensibilità, certo non tutto l’interesse che si attendeva la comunità cerchiarese, attorno alla necessità di valorizzare un patrimonio unico come il Santuario dellaMadonna delle Armi. Mi sono impegnato in prima persona, portando la questione sui tavoli della Regione, affinché questo monumento possa ritornare al centro del necessario piano di rilancio del settore turistico-culturale della nostra regione. Sappiamo che il dipartimento dei beni culturali non ha fondi né per le emergenze né per interventi immediati. Ma la Giunta, rispondendo ad una mia specifica interpellanza, si è dimostratadisponibile, per quanto di sua competenza nella elaborazione dei piani settoriali, ad inserire il Santuario della Madonna delle Armi tra i patrimoni più rappresentativi e capaci di creare attrattività. Ecco perché – aggiunge ilSegretario questore del Consiglio regionale – mi farò promotore, ancora una volta, di raccogliere e perorare l’istanza della Fondazione in modo da poter pianificare, da subito, ogni necessario intervento per lavalorizzazione dell’edificio sacro. È un primo, anche se timido passo verso l’auspicabile rilancio di quello che in potenza potrebbe rivelarsi, insieme agli scavi archeologici di Sibari e dell’hinterland della piana e insieme alCodex Purpureus Rossanensis, un vero e proprio motore attrattore di più importanti flussi turistici nel comprensorio ionico cosentino. Ma non basta. Perché se è vero che una delle leve per il rilancio dell’economia della Calabria passa inevitabilmente dalla riscoperta e riqualificazione del patrimonio storico-monumentalecustodito all’interno del suo perimetro, è pur vero che un settore così delicato non può lavorare solo ed esclusivamente con fondi comunitari o derivanti da programmi operativi nazionali. È una contraddizione in termini. Servono, quindi, più investimenti ma, soprattutto, è indispensabile che il governo della regione crei appositi fondi di bilancio da destinare al rilancio del patrimonio monumentale. Ma anche per far questo – conclude Graziano- serve quel coraggio di cambiare che ormai da tempo auspichiamo e attendiamo dall’Esecutivo Oliverio.