COSENZA – Tra gli anni sessanta-settanta iniziò a prendere piede un nuovo modo di viaggiare denominato autostop, il fenomeno spopolò soprattutto negli Stati Uniti grazie agli hippy che, nei tempi del pacifismo, della libertà sessuale, del contrasto alle istituzioni, dei raduni a Woodstock, si appostavano sul ciglio della strada in attesa di un automobilista clemente che li aiutasse a raggiungere le fabbriche, i concerti e i luoghi d’incontro abituale.
L’era dei figli dei fiori è ormai andata e con essa è finita l’epoca dell’attesa e dei pollici in su, ora basta sedersi davanti al computer, puntare l’indice sul mouse, accedere al browser e collegarsi sugli appositi siti di “autostop” online.
Questa nuova modalità di viaggio è definita car pooling e la Città dei Bruzi, da pochi giorni, ha deciso di adottare questo nuovo servizio il cui concetto cardine è la condivisione dell’auto con altri passeggeri che devono affrontare lo stesso viaggio e raggiungere la stessa meta. Cosenza è però la città delle auto per antonomasia, si sale in sella alla propria amata quattro ruote anche per percorrere pochi metri, si parcheggiano i veicoli in seconda fila perché si ama scendere dall’auto ed entrare senza fare troppi sforzi nei negozi e la situazione poi degenera con l’apertura delle scuole; i genitori, infatti, si accalcano davanti agli edifici e se potessero accompagnerebbero in auto i propri figli fin dentro la struttura.
Partendo da questi presupposti la domanda è lecita: riuscirà mai l’Amministrazione Comunale a modificare le abitudini del cosentino d.o.c? Noi lo speriamo e intanto entriamo nel merito del nuovo servizio di car pooling dialogando con l’Assessore Comunale alle Innovazioni Tecnologiche Geppino De Rose.
In molti paesi la condivisione dell’auto è ormai diventata pratica quotidiana. Come nasce l’idea di aprire a Cosenza “le porte” al car pooling? La città dei Bruzi è pronta per questo grande passo?
Siamo già impegnati da tempo sulla smart city. Che decliniamo attraverso diverse accezioni della sostenibilità. Nel caso di specie gli obiettivi dell’abbattimento della CO2 e della contrazione dei flussi veicolari si legano quasi naturalmente al car pooling. Certo è un processo da attivare: siamo solo agli inizi. Ma abbiamo ritenuto il progetto SMOB assolutamente in linea con le strategie dell’Amministrazione Occhiuto che ha puntato da subito sulla politica della sostenibilità.
In molti si avvalgono del sussidio di un sito (es. BlaBlaCar) in cui è possibile visualizzare i luoghi di partenza e di arrivo, i posti disponibili in auto, le somme da dividere per gli eventuali costi di benzina e pedaggio. Voi, invece, come avete deciso di organizzare il servizio?
Anche in questo caso sarà attiva un piattaforma web, strutturata sul modello dei social network, dove i cittadini interessati si registreranno proponendosi come utenti/fruitori del car pooling. Attualmente il progetto SMOB è in fase di sperimentazione. Appena saranno pronte le release operative ovviamente sarà attivata una campagna di informazione/sensibilizzazione. Le modalità operative, ovviamente, non differiranno molto da quelle già sperimentate, con successo, nelle altre città. Sono previste delle premialità per gli utenti del servizio che saranno definite nelle prossime settimane, di concerto con il nostro Comando di Polizia Municipale. Pensiamo a dei bonus sui parcheggi e ad altre facilitazioni sul traffico. Gli ideatori del progetto SMOB, l’ing. Cosma in primis, sono giovani, motivati, competenti. Il loro progetto ha ricevuto una significativa attenzione non solo nazionale.
Il servizio prevede solo percorsi cittadini o anche lunghe tratte al di fuori della città di Cosenza?
Sul piano operativo, noi come Comune abbiamo titolarità solo sulle nostre strade urbane. Ma i manager del progetto SMOB stanno definendo convenzioni operative sull’intera area urbana. Quindi di sicuro avremo tratte configurate su aree territoriali allargate. Del resto questi sono strumenti finanziati nell’ambito delle iniziative della c.d. social innovation e acquistano efficacia se vissute all’interno di opzioni di sviluppo intercomunali. Restringerle non avrebbe avuto senso. E poi perché?
Se qualcuno volesse delle informazioni sul car pooling a chi e dove deve rivolgersi?
Appena la piattaforma informatica uscirà dalla fase sperimentale organizzeremo dei momenti di informazione sullo start up concreto delle attività. In ogni caso per degli approfondimenti sul progetto, sulle finalità, sulle modalità è possibile consultare il sito web www.smob.it
Molti non credono sia utile, e soprattutto sicuro, condividere l’auto con un estraneo. Voi avete pensato a dei sistemi di sicurezza che possano aiutare i passeggeri a vivere con più tranquillità il viaggio?
Lei ha ragione: la questione fiducia è fondamentale in questo tipo di esperienza. Ovviamente abbiamo pensato a dei sistemi di sicurezza che prevedono, ad esempio, la pre-registrazione degli utenti con una serie di controlli legati alle procedure di identificazione/rintracciabilità. Poi il portale condurrà ad una sorta di profilazione dell’utente, un po’ come accade nel customer relationship mangement, per cui sarà possibile scegliere tra diverse opzioni di fruizione quali, ad esempio, solo donne, solo fumatori, solo trasporti urbani e così via. Le tipologie di consumo possibile saranno insomma tante e tutte differenziate. Insomma ci rendiamo conto che questo è uno degli aspetti critici e, ovviamente, presteremo molta attenzione alla questione sicurezza.
Perché avete scelto la denominazione car pooling, che si riferisce all’utilizzo alternato di auto da parte di colleghi della stessa azienda, e non quella di ridesharing?
Non ne farei una questione terminologica anche perché spesso, adottando formule linguistiche anglosassoni, le differenze sono solo nominalistiche. Il car pooling, ad esempio, nell’accezione linguistica statunitense è in qualche modo equivalente di ride-sharing. Quindi nessuna preclusione o motivazione specifica. Ma mi batterò, anche per ragioni di diffusione del servizio, per ottenere una definizione in italiano. Auto comune, auto condivisa. Suona meglio, forse.
Quali sono i vantaggi che si possono ottenere optando per il car pooling?
Vantaggi legati all’economia privata perché si risparmia sul costo utenza. Vantaggi legati all’economia pubblica perché decongestioniamo il traffico, risparmiamo risorse energetiche ed abbattiamo la CO2.
In una città come Cosenza in cui ci sono più “macchine che cristiani”, come si suol dire, secondo lei riuscirà mai a prendere piede questo tipo di servizio?
La crisi, in questo senso almeno, ci aiuta. Certo saranno le nuove generazioni a dover fare da apri pista. E’ una sfida, soprattutto culturale che non dobbiamo aver fretta di vincere. I grandi processi di modificazione dei modelli di consumo partono, spesso, in sordina ma progressivamente fanno “onda” . Dobbiamo creare una sensibilità legata alla sostenibilità. Lo stiamo facendo sulla smart city, stiamo investendo molto sulla raccolta differenziata: sono processi faticosi e spesso molto lenti. Ma se l’onda parte diventa molto presto abitudine virtuosa. Speriamo di farcela.
Annabella Muraca