Ascolto Donna, incontro a Palazzo dei Bruzi tra Comune, Asp e associazioni

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COSENZA – Cominciare a strutturare una rete locale di interventi che sappia mettere a frutto il lavoro avviato, dallo scorso mese di ottobre, dal Dipartimento di Prevenzione Psichiatria Forense- Medicina Legale dell’Asp di Cosenza, in collaborazione con l’Associazione “Archè”, attraverso il progetto “Free-Fly -Ascolto Donna”, finalizzato alla tutela delle donne vittime di violenze fisiche e psicologiche. Un progetto che, in un’ottica di piena collaborazione, anche il Comune di Cosenza ha voluto sposare, entrando a pieno titolo nella rete interistituzionale che, oltre all’Asp, prevede il fattivo coinvolgimento di Questura e Comando Provinciale dei Carabinieri.

E questa mattina l’Assessore alla solidarietà e coesione sociale Manfredo Piazza ha chiamato a raccolta, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, le associazioni che sul territorio si occupano di donne in difficoltà e della tutela delle donne contro ogni forma di violenza, proprio per avviare un discorso quanto più condiviso del progetto proposto dall’ASP, avendo come obiettivo la realizzazione della rete locale.

All’incontro con le associazioni femminili ha partecipato anche la dottoressa Patrizia Nicotera, dirigente di psichiatria forense dell’UOC di Medicina Legale dell’Asp di Cosenza, insieme alle dottoressa Stefania Spadafora, dirigente dell’UOC Medicina Legale della stessa Asp.

Il progetto Free-Fly, che dispone anche di un numero verde (“Ascolto donna”, già attivo da tempo, 800 050590) mira a tutelare la donna vittima di violenze psicologiche e fisiche attraverso una serie di attività che vanno dalle prestazioni socio-sanitarie più adeguate, alla riduzione del danno, all’identificazione dei fattori di rischio e alla identificazione delle cause, alla prevenzione primaria e secondaria in collaborazione con le scuole, le famiglie, i servizi sanitari, le forze dell’ordine, i comuni e la Chiesa. Il progetto prevede una serie di interventi che vanno dal primo ascolto, attraverso il numero verde, all’accoglienza vera e propria del soggetto che ha subito maltrattamenti o violenza fisica e/o psicologica presso l’ambulatorio d’ascolto e d’accoglienza, colloqui e percorsi personali di uscita dalla spirale della violenza, visite presso l’ambulatorio di medicina legale per violenze fisiche ed abusi sessuali, eventuale ricovero presso i servizi ospedalieri, consulenze legali gratuite, attivazione di un eventuale protocollo con le forze dell’ordine e ricovero presso una casa di fuga temporanea.

Sul ruolo che avrà il Comune rispetto al progetto “Ascolto Donna” e su quello che sarà demandato alle associazioni è intervenuto l’Assessore Manfredo Piazza. “Il Comune – ha detto Piazza – deve riacquistare una centralità che faccia da propulsore, pur in assenza di risorse economiche da impiegare direttamente. Il terzo settore – ha aggiunto – non è qualcosa di staccato dal pubblico, anzi. Dove non è in grado di arrivare la pubblica amministrazione, il terzo settore è in grado, invece, di dare risposte concrete.

E lo dimostra ogni giorno di più, atteso che oggi si parla sempre più spesso di innovazione sociale, con un’esigenza di cambiamento che investe anche il terzo settore. Il progetto Ascolto Donna – ha detto ancora il titolare della delega al welfare del Comune di Cosenza – è al passo coi tempi, perché ha anche previsto delle applicazioni di carattere telematico, così come aver pensato ad una piattaforma tecnologica significa aver contezza della realtà sociale nella quale il progetto va ad incidere.

Cosenza deve essere una città in cui ci sia un confronto anche su progettualità importanti come questa ed è solo dal confronto che possono nascere contributi positivi.” Piazza ha, infine, anticipato che sull’idea di costituire una rete, riempiendola di contenuti, ci sarà un nuovo incontro. “Sarà decisivo anche il ruolo della scuola e delle professionalità che di volta in volta interverranno in questo percorso che resta un progetto aperto a nuovi contributi concreti.”

Sul punto ha concordato pienamente la dottoressa Patrizia Nicotera dell’ASP che ha un ruolo di coordinamento del progetto. “Il lavoro ancora da fare è proprio quello nelle scuole, a cominciare dalla scuola primaria e deve avere come referenti non solo gli studenti, ma anche i loro genitori e i dirigenti scolastici.” Per Patrizia Nicotera è importante “agire in rete, altrimenti ogni sforzo sarà vanificato. Il rapporto con il mondo del terzo settore e dell’associazionismo va inteso in maniera sinergica, senza sovrapposizione alcuna. Solo così le tessere del mosaico potranno andare al loro posto.”

Tra le associazioni intervenute nella discussione, la Fondazione Lanzino, attraverso il suo Presidente Franco Lanzino che si è soffermato sulle due proposte di legge presentate recentemente in Consiglio regionale per la tutela della donna che – a giudizio del Presidente della Fondazione – andrebbero emendate, sia perché si sovrappongono, sia perché presentano degli aspetti non condivisibili. Lanzino ha inoltre ricordato il ruolo importante che viene svolto dalla “Casa di Roberta” in relazione all’ospitalità temporanea di donne e minori costretti dalla violenza a lasciare la propria residenza.

Ha puntato con decisione alla valorizzazione dell’esperienza delle singole associazioni evitando le sovrapposizioni ed i protagonismi, l’intervento di Nadia Gambilongo, Presidente dell’Associazione “Mediterranea Media”. Per la Gambilongo “è necessaria un’azione sistemica in cui ciascuna associazione e ciascuna istituzione dia il proprio contributo, aprendosi al confronto e mettendosi in rete.”

Nel corso dell’incontro sono inoltre intervenuti Giamaica Puntillo, delle Acli di Cosenza, che si occupa di un punto di ascolto per le immigrate, Franca Cosentini, del Centro di Ascolto alle donne che opera con grande impegno e spirito di abnegazione in una realtà difficilissima come il centro storico di Cosenza, ed Eliana Vetrò del Centro S.Rita per donne in difficoltà di Montalto Uffugo.

 

 

 

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