CORIGLIANO CALABRO (CS) – Sebastiano Barbanti M5S parla del porto di Corigliano e propone il rilancio dell’economia e del turismo della costa ionica. L’Italia sta diventando un paese dove si attende la tragedia e poi si interviene perché, evidentemente, a qualcuno conviene lavorare in emergenza. E la Calabria, purtroppo, non è da meno: il porto di Corigliano che doveva essere la porta d’accesso verso l’Oriente rappresenta l’esempio più concreto e tangibile. Si è dovuto aspettare, infatti, che l’ennesima imbarcazione attraccata in banchina affondasse per far salire a galla le innumerevoli carenze della struttura, immagine e testimonianza delle promesse non mantenute da parte delle istituzioni competenti.
La struttura di Corigliano vive uno stato di eterno abbandono. Una struttura che per dimensioni e posizionamento dovrebbe portare solo degli utili e invece offre esclusivamente perdite, disagi e malfunzionamenti. In lista d’attesa ci sono progetti di rilancio sia commerciale che turistico – chi si ricorda delle “autostrade del mare”? ovvero i collegamenti con la Sicilia – o i tanti annunciati traghetti da crociera di cui nessuno ha più notizia. Tutte idee di rilancio che però restano attraccate a un molo che cade a pezzi e vengono portate via dal vento come le parole dei vari politicanti.
Ma come si può pensare di pianificare progetti di sviluppo se al porto di Corigliano mancano i servizi essenziali utili allo svolgimento delle attività di base? L’esempio più clamoroso sono proprio i numerosi locali vuoti presenti all’interno del porto predisposti da tempo ad ospitare il distaccamento dei vigili del fuoco che però tarda ad arrivare. Ci piacerebbe anche sapere il perché.
Anche per Francesco Sapia, capogruppo consiliare M5S di Corigliano Calabro “lo scalo di Corigliano è abbandonato a se stesso invece di essere nodo di scambio integrato nel sistema portuale del Mediterraneo, dove accessibilità e connessione costituiscono una condizione di base per intraprendere innovativi processi di sviluppo locale. Bisognerebbe utilizzare il Porto come luogo di commercio (mercato portuale), di svago (manifestazioni di massa) e approdo culturale (museo del Mare), per poi integrarlo nel tempo in un progetto più ampio che comprenda altre località marittime collegate da una ‘Metropolitana del mare’, come già avviene sulle coste turistiche di tutto il mondo”. Ad oggi sono troppe le carenze strutturali e quel che è peggio troppo alto è il disinteressamento delle istituzioni che non fanno altro che piangersi addosso. Non è la prima volta infatti che all’interno del porto di Corigliano accadono fatti simili a quello di due giorni fa. E quel che è peggio è che molto probabilmente non saranno gli ultimi. Solo davanti a episodi come questi ilsindaco e le imprese portuali si riuniscono per fare il punto della situazione. Peccato per ò che questo non è che un copione gi à visto. Ci auguriamo per ò che questa volta le istituzioni coinvolte prendano coscienza della gravità della situazione e intervengano una volta per tutte per cambiare il finale di questa storia già sentita. Non sta a noi sottolineare l’importanza strategica del porto di Corigliano. A noi preme rimarcare con forza che non accettiamo più ennesimi rinvii. La rinascita della Calabria deve partire dai suoi punti di forza e lo scalo di Corigliano deve essere uno di questi.