RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo da Franco Casciaro, ex sindaco di Rende, quanto segue:
“E’ diventata ormai una consuetudine ed una puntuale abitudine tirare in ballo il progetto di area urbana quando qualche consultazione elettorale locale si avvicina.
Oggi si sorpassa l’annoso tema inerente a tale progetto proponendo addirittura la città unica. A mio avviso prima di arrivare a tale proposta bisogna porsi il problema se veramente esiste l’aria urbana nella mente dei politici attuali. Per quanto mi riguarda non c’è e non c’è mai stata. La proposta in tal senso partì da Rende agli inizi degli anni ’80 e non ha mai trovato concreta adesione tra i comuni contermini al capoluogo perchè vi sono stati, e vi sono, due ostacoli insormontabili da superare: la cultura politica ed il campanilismo sfrenato.
Questi due fattori non riguardano solo Cosenza e Rende, ma tutti i comuni che fanno corona alla città capoluogo. Rende ha sempre creduto nel progetto di area urbana non a parole, ma nei fatti. Negli anni’80 la città si è riempita di contenuti importanti, di tantissimi punti di riferimento, tipo le chiese, le piazze, i parchi, i grandi centri commerciali, le scuole, e non le ha chiuse all’interno del proprio territorio (come oggi qualche politico asserisce), ma le ha messe a disposizione dell’hinterland cosentino per decongestionare il capoluogo. Volendo fare alcuni riferimenti, uno su tutti la popolazione scolastica. Già da trent’anni, oltre il 30% della popolazione scolastica riferita alle scuole dell’obbligo è rappresentata da non rendesi, senza contare che oltre il 50% delle scuole superiori ospita studenti di altri comuni.
Quando ho avuto l’onore di rappresentare la città di Rende, negli anni ’90, assieme all’allora sindaco, Giacomo Mancini si è intrapreso un percorso di dialogo e condivisione tra le due città che riguardava lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in quanto Rende era sede di un impianto di smaltimento voluto da Cecchino Principe, e il trasporto pubblico. Firmai insieme a Mancini un protocollo per collegare la città capoluogo all’Università della Calabria, sfruttando il vecchio rilevato ferroviario da Piazza Matteotti a Cosenza fino al Campus di Arcavacata.
Tale decisione fu in seguito corretta e riveduta dalla successiva gestione Sandro Principe che apportò migliorie al progetto, prevedendo un percorso all’interno della due città, nell’ottica di un miglior servizio per l’utenza.
Rimango sempre dell’avviso che l’area urbana debba essere circoscritta ai comuni vicini della città capoluogo per essere un progetto credibile. Non si può pensare ad un progetto che includa la zona del savuto o delle serre cosentine. In tal caso si parlerebbe di un progetto metropolitano e non urbano.
Tuttavia, le difficoltà che si incontravamo allora sono tuttora esistenti, perchè non vedo una simbiosi tra i rappresentanti istituzionali dei comuni interessati che su molte questioni aperte hanno idee piuttosto contrastanti, e non mi pare che solo l’avvio di una circolare veloce possa rappresentare l’idea di città unica senza un progetto chiaro che interessi anche la Regione.
Per quanto attiene la nostra città non vedo un messaggio politico chiaro, ma una gestione alla giornata a passo di gambero fatta di bieco populismo invece che di una seria programmazione e di atti amministrativi concreti.Una politica che sta portando Rende sempre più a diventare una succursale della città capoluogo, piuttosto che soggetto protagonista, assieme a Cosenza, dell’area urbana.”