CATANZARO – La presentazione del libro del presidente Massimo D’Alema è stato un’ulteriore momento di socializzazione per consolidare il percorso unitario di un Pd che vuole lasciarsi alle spalle la vivace dialettica della fase congressuale per costruire una credibile alternativa al centrodestra. Il volume edito da Rubbettino dal titolo “Non solo euro, democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l’Europa” è stato presentato ieri sera nel corso di una iniziativa organizzata dalla Federazione provinciale del Partito democratico di Catanzaro, alla presenza del segretario Enzo Bruno e di deputati, consiglieri regionali, amministratori comunali, segretari di circolo, dirigenti, candidati al parlamento europeo e semplici militati del Pd che si sono ritrovati per una cena di autofinanziamento, diventata un’occasione per ritrovarsi in un clima disteso e conviviale e stringere l’impegno per le ultime due settimane di campagna elettorale.
Accanto a Massimo D’Alema e al segretario Enzo Bruno, erano tra gli altri presenti l’on. Alfredo D’Attorre, il candidato alle elezioni europee Massimo Paolucci, il già sindaco di Catanzaro Rosario Olivo, il segretario provinciale dei Giovani Democratici Domenico Giampà, i dirigenti Giusy Iemma, Mario Paraboschi, Giovanni Puccio, Iacopo Lauria, Patrizia Ruggero, Francesco Muraca.
“A casa Scopelliti e il centrodestra, questa è la battaglia di riferimento – ha esordito il segretario Enzo Bruno che nell’introdurre i lavori ha portato anche i saluti del segretario regionale, Ernesto Magorno – Con questa nostra iniziativa vogliamo ribadire che ai cittadini, agli elettori e ai militanti che incontriamo dobbiamo dire che l’Europa che vogliamo non è quella che abbiamo vissuto e visto in questi anni, né tanto meno quella che ha in mente il centrodestra perché ricostruire un percorso secondo il quale dopo il modello Reggio, naufragato miseramente, dopo il modello della Giunta regionale fallito e archiviato, non possiamo subire la promozione di Scopelliti in Europa. Qui c’è un partito che vuole mandare un segnale molto forte. Il nostro augurio – ha concluso – è che il Pd possa essere il primo partito non solo della coalizione ma anche del Paese”.
La presenza di D’Alema nella provincia di Catanzaro, ha affermato il deputato Alfredo D’Attorre, non è “episodica o occasionale”. “E’ stato qui in altri momenti della storia meno recente, anche in momenti difficili. D’Alema c’è sempre stato. La presenza di stasera ci riconferma una vicinanza di cui gli siamo molto grati”. “Dobbiamo lavorare in queste due ultime settimane di campagna elettorale per far capire ai nostri territori l’importanza di questo voto europeo – ha rimarcato D’Attorre – il Sud e la Calabria hanno bisogno come il pane di una svolta nelle politiche europee, perché qui più che altrove abbiamo pagato il prezzo della crisi economica, di una austerità cieca di una linea che ha portato semplicemente impoverimento, disoccupazione e recessione”.
D’Attorre si è detto anche molto contento della ritrovata unità del Partito nella federazione di Catanzaro, e “di vedere presenti tante persone che sono state protagoniste di un congresso molto vivace che adesso tornano a lavorare assieme.
“Più che un libro un manifesto, con cui dare un contributo alla battaglia elettorale del centrosinistra impegnato a disegnare un’Europa diversa”, ha esordito D’Alema. “Le posizioni in contrapposizione rispetto al futuro dell’Unione europea sono almeno tre – afferma D’Alema – c’è chi la vuole mantenere così com’è, chi la contrasta riconoscendo che così com’è non funziona e chi lo fa con posizioni populiste. Certo è che un’Europa democratica ha bisogno di un cambiamento radicale e coraggioso. Questa volta, come non mai, la democrazia delle istituzioni dell’Unione, la loro credibilità e legittimazione sono messe in discussione da un vasto e multiforme sentimento popolare che, negli ultimi anni, in un crescendo tumultuoso, ha finito per considerare l’Ue non come una risposta alla crisi e ai problemi dei cittadini, ma, al contrario, come un fattore di aggravamento del disagio e dell’insicurezza”. Eppure l’Europa ha garantito pace, benessere e speranza per decenni. Come se ne esce? Certamente non uscendo dall’euro. “Una soluzione che porterebbe alla deriva argentina del debito pubblico – dice ancora D’Alema – non possiamo indicare la strada del suicidio collettivo. Deve essere sconfitto il populismo, ma per fare questo la sinistra non deve proporsi come schierata in maniera netta in difesa di questa Europa, ne uscirebbe con le ossa rossa”. Non serve “più Europa”, ma “un’altra Europa”. “Il Pd deve presentarsi come la forza del cambiamento, accanto al più giovane presidente del consiglio d’europa, Matteo renzi. In questo senso, non basta dirsi contro l’euro – dice ancora il presidente D’Alema – la moneta è lo strumento, non il fine. Il fine è il lavoro, la missione europea della civilizzazione della globalizzazione. Diciamo agli italiani che il Pd può davvero cambiare le cose. Per questo serve una classe dirigente seria e credibile, una grande forza popolare”.