Catanzaro, PD e Radicali tornano ad ispezionare il carcere di Siano

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Come preannunciato, dopo circa tre mesi, Pd e Radicali nella giornata di ieri 12 aprile, sono tornati ad ispezionare il sovraffollato Carcere Giudiziario del capoluogo calabrese sito nel quartiere di Siano. A varcare il cancello è stata Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico,  che da un po’ di tempo a questa parte ha deciso di dedicare particolare attenzione anche al “pianeta carcere” soprattutto oggi che le prigioni italiane sono riconosciute come luoghi non di espiazione della pena o di custodia degli imputati ma luoghi di tortura, di violenze, ingiustizie ed abusi. Chi non le ha mai “assaggiate” né visitate personalmente ignora di cosa si stia parlando. Ad accompagnare la parlamentare nell’ispezione Emilio Quintieri e Sabatino Savaglio, esponenti del Movimento dei Radicali italiani che seguono, da tempo, la situazione carceraria calabrese. E’ stato, altresì, presente il Direttore dell’Istituto Angela Paravati ed il Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, Vice Commissario Aldo Scalzo.

 La delegazione, in questa occasione, ha potuto esprimere un giudizio leggermente diverso da quello effettuato lo scorso 19 gennaio riconoscendo lo sforzo della Direzione per risolvere le criticità denunciate. Ed infatti, in questi mesi, sono state ritinteggiati le pareti di diversi reparti detentivi ivi compreso le celle ed i locali doccia che, in precedenza, erano corrose dal tempo e ricoperte di umidità e muffa anche per la copiosa infiltrazione di acqua piovana dall’esterno. In altri reparti, invece, si è potuto constatare (come ad esempio, nel Reparto AS3, secondo piano, lato sinistro) che i locali doccia sono ancora malridotti e non funzionanti. In molti di questi locali doccia, che dovrebbero essere all’interno di ogni cella ed invece sono in comune, sono stati installati degli aspiratori per prevenire la successiva formazione di umidità e muffe. Pare che sia stato risolto, anche se non completamente, il problema dei topi come confermato dai detenuti. La Direzione ha provveduto ad acquistare anche degli stenditoi, sistemati nel corridoio, per consentire ai detenuti di far asciugare i loro indumenti non essendoci altro idoneo posto in cella. Tutte le sale colloquio sono state ristrutturate ed eliminato l’illegale muro divisorio che impediva ai ristretti di avere contatti con i propri congiunti e specie con i figli minori. Sono state comprate anche delle televisioni che sono state messe in delle stanze ed alle quali i detenuti possono accedere in ore prestabilite per guardare dei film.

 Ma, quel che è più importante, è che le celle di 12 metri quadrati circa compreso l’attiguo bagno non sono più occupate da 3 detenuti come prima ma, bensì, da 2 persone. Ma, in ogni caso, non si è in regola con i parametri spaziali siccome definiti dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nella nota sentenza “Torreggiani ed altri contro Italia” poiché, sottratta dalla superficie totale quella adibita a servizio igienico, ciascun ospite fruisce di uno spazio vitale di circa 4 metri quadrati lordi, ulteriormente ridotto, al netto, dalla presenza degli arredi (letti a castello, armadietti, etc.), a meno di 3 metri quadrati, spazio non conforme ai criteri della giurisprudenza comunitaria e costituente, di per sé, violazione all’Art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Difatti, lo stesso Magistrato di Sorveglianza, in più occasioni, ha accolto i reclami avanzati dai detenuti poiché le condizioni di detenzione erano lesive della loro dignità personale segnalandolo pure al Ministro della Giustizia, al Capo del Dipartimento ed al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica.

 In queste condizioni parole come “rieducazione” o “reinserimento” sono assolutamente improponibili. La stragrande maggioranza della popolazione detenuta (detenuti presenti 474, capienza regolamentare 354, esubero 120) ha lamentato, nuovamente, l’eccessiva severità della Magistratura di Sorveglianza che non terrebbe in considerazione, ai fini della concessione dei benefici penitenziari, anche le relazioni fatte dal Gruppo di Osservazione e Trattamento del Carcere e della inesistente attività di vigilanza ed ispezione dei locali di detenzione. Numerosi detenuti appartenenti al circuito differenziato dell’Alta Sicurezza con tanti anni di carcere sulle spalle da scontare hanno, infine, lamentato di essere stati assegnati a Catanzaro nonostante in detta Casa Circondariale non sia presente per loro una Sezione di Reclusione, volgarmente nota come “Sezione Penale”, destinata ai condannati definitivi con pene molto lunghe, ergastolo compreso.

 Per quanto concerne, invece, la Sanità Penitenziaria resta un forte giudizio negativo. Infatti sono stati sentiti diversi detenuti che attendono, da svariati mesi, di essere sottoposti ad una risonanza magnetica presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, nonostante la gravità della situazione riscontrata e la necessità di tale accertamento diagnostico per procedere ad interventi chirurgici anche abbastanza seri e rischiosi. Il Deputato democratico insieme ai Radicali ha assicurato i cittadini ristretti che continuerà ad impegnarsi per far sì che l’esecuzione della pena per i condannati e della custodia degli imputati avvenga nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Proprio per questo motivo, Vincenzo Rucci, 49 anni, detenuto ininterrottamente da 23 anni in espiazione di una condanna all’ergastolo, dopo un colloquio avuto con la delegazione, ha sospeso immediatamente lo sciopero della fame, praticato da 40 giorni, decidendo di riprendere i rapporti con la famiglia che non voleva più né sentire né vedere. A causa delle sue condizioni psico-fisiche e temendo che potesse compiere qualche gesto inconsulto (atti autolesivi o suicidari), il radicale Quintieri, lo aveva segnalato alla Direzione dell’Istituto – informando anche l’Ufficio di Sorveglianza di Catanzaro – proponendo di sottoporlo a grande sorveglianza custodiale. Diversamente, ritenendo più grave la situazione, su disposizione del Servizio Sanitario Penitenziario, il detenuto è stato sottoposto al più rigoroso regime di “sorveglianza a vista” con un Agente di Polizia Penitenziaria piantonato 24 ore su 24 davanti alla sua cella. Anche questo provvedimento, grazie all’intervento della delegazione ed alle dichiarazioni rilasciate a verbale dall’interessato, è stato subito revocato.

 Nei prossimi giorni l’Onorevole Bruno Bossio con una Interrogazione chiederà chiarimenti al Ministro della Giustizia Andrea Orlando sull’operato della Magistratura di Sorveglianza, proponendogli di valutare l’istituzione a Catanzaro di una Sezione di Reclusione anche per i detenuti dell’Alta Sicurezza nonché di finanziare ed accelerare i lavori finalizzati alla realizzazione delle docce all’interno delle celle. Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiederà, invece, come intenda far assicurare dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ai cittadini detenuti livelli di prestazione analoghi  a quelli garantiti ai cittadini in stato di libertà.

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