GIOIA TAURO (VV) – Gli ultimi accadimenti di cronaca che hanno riguardato il settore delle infrastrutture italiane, rendono pienamente l’idea , e anzi, confermano ciò che come me, in tanti hanno sempre pensato. Per il rilancio di quel settore i soldi c’erano eccome, hanno solo preso la strada sbagliata. Non c’è da stupirsi perciò se tra mazzette ed appalti sottoposti a tangenti, soprattutto in Calabria, lo sviluppo e il rilancio non c’è mai stato e, continuando di questo passo, mai potrà esserci. A fronte di ciò non poche volte ho ammonito – quando non denunciato – sulla pericolosità delle ombre dell’illegalità che aleggiava, sospesa come la spada di Damocle, su importanti aree di snodo e la realizzazione di infrastrutture cruciali.
Non sono state poche le volte che ho sollecitato lo stanziamento e l’impiego di fondi al fine di realizzare il rilancio della fascia ionica, tramite la realizzazione di una dorsale ionica efficiente e moderna, e del Porto di Gioia Tauro ma inutilmente : i soldi per il Sud non si trovano mai mentre si impiegano in investimenti fallimentari al Nord. E quelle poche disponibilità vengono usate per trarre utilità personali e illecite dal favorire appalti dall’improbabile ritorno : quante volte, nell’ambito di diverse audizioni in Commissione Finanze, ho chiesto conto della mancata realizzazione di un raccordo ferroviario a RFI. Chissà se il Presidente Lo Bosco sarà più comunicativo con la Procura di Palermo…
E’ questo lo scenario in cui occorre comprendere ed appoggiare lo sciopero dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro, sprofondato in una crisi che provoca una inaccettabile incertezza lavorativa ed esistenziale, famiglie comprese. Ma è difficile condividere la solidarietà con forze politiche e parti sociali ipocrite sempre pronte, all’occorrenza, a vendere la Calabria ed i calabresi per i loro interessi, personali e di gruppo, ammantati dalle giustificazioni più varie. Ieri era un mostruoso rigassificatore, in spregio all’elevata sismicità dei luoghi, per i benefici economici che se ne potevano (il condizionale è d’obbligo, quando c’è De Benedetti di mezzo). Più recentemente era il trasbordo delle armi chimiche che doveva vedere la sicurezza dei calabresi sacrificata sull’altare di un pacifismo di facciata (e sempre con il ricatto occupazionale ben dispensato dall’ex Ministro “ciellino” Lupi), con la benedizione del M5S calabrese (me e Barbanti esclusi).
Non è facile fare politica onestamente in Calabria, smarcandosi da marpioni e parvenu di tutti i tipi e di tutte le latitudini, politiche e sindacali, con la tara dei figli d’arte riciclati dalle clientele di famiglia. Ma fino a quando ricoprirò questa carica continuerò a sostenere i diritti dei calabresi ed a lottare affinché questa terra raggiunga il benessere che si merita: malgrado, talvolta, mi trovi in cattiva compagnia.