COSENZA – Se la professione medica deve continuare ad essere una missione, così come era concepita dal dottor Andrew Manson, il medico del romanzo di Cronin “La Cittadella” ( pubblicato nel 1937) alter ego dello stesso autore, medico a sua volta, e se nell’esercizio dell’attività va sempre di più esaltata la dimensione umana, mettendo al centro la figura del paziente, il maggior alleato di chi è deputato ad occuparsi della sua salute, non va trascurato il ruolo di chi, moglie o compagna del medico, ne condivide ansie e dubbi, aiutandolo ad andare avanti in un lavoro delicato e difficile, spesso fonte di stress e preoccupazione.
Ed è a queste donne che hanno pensato il Comune di Cosenza e la locale sezione dell’A.M.M.I, (Associazione Mogli Medici Italiani) nel concepire l’iniziativa “Minerva e Ippocrate tra mito e realtà”, svoltasi ieri nella sala convegni dell’Ordine dei Medici e nel corso della quale sono state consegnati alcuni riconoscimenti a quattro mogli di medici che hanno condiviso per lungo tempo, assieme ai mariti, le difficoltà di una professione importante e particolarmente delicata.
Il riconoscimento è stato assegnato ad Ada Ghi, Annamaria Odoardi, Maria Spizzirri e Franca Vena. L’incontro di ieri, nel corso del quale sono stati sviluppati alcuni temi relativi all’evoluzione della professione medica e ai cambiamenti che hanno riguardato anche la figura femminile, nelle relazioni affidate al dottor Matteo Fiorentino, alla Presidente della Fidapa Silvana Gallucci , alla professoressa Ermanna Carci Greco e alla professoressa Ada Ghi, è stato introdotto, presente il Presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza Eugenio Corcioni, da Tiziana Serra Caruso, Presidente dell’AMMI, Sezione di Cosenza. La Presidente dell’AMMI ha ricordato che la prima cerimonia di consegna delle targhe rientrava quest’anno negli obiettivi e finalità associative, “ma assume – ha precisato – un valore simbolico, in quanto, attraverso le quattro premiate, si estende alla totalità delle socie Ammi, sempre unite per unire, così come recita il motto dell’associazione.
La nostra – ha aggiunto Serra Caruso – è un’associazione di donne operose che hanno utilizzato, come le fondatrici dell’AMMI, nata a Mantova nel 1970, la professione dei mariti per agire fattivamente nel sociale, promuovendo l’educazione sanitaria ed una corretta divulgazione della medicina preventiva e finanziando la ricerca in campo medico”. E’ poi intervenuto l’Assessore alla qualità della vita, sanità e salute pubblica del Comune di Cosenza Massimo Bozzo che ha ribadito come “il ruolo della donna accanto al marito medico è un ruolo di estrema importanza perché è in grado di trasmettere forza, sostegno e vicinanza. Oggi più che mai questo ruolo è diventato ancora più delicato in seguito al mutare dei tempi. In un’epoca come quella attuale, nella quale la classe medica si trova ad affrontare diverse problematiche di stringente attualità, con una sanità che nella nostra regione versa in condizioni alquanto drammatiche e deficitarie, essere la moglie di un medico è sicuramente meno agevole che in passato, anche per le difficoltà di chi esercita questa professione nel riuscire a dare risposte concrete alle esigenze della gente che soffre a causa delle più diverse patologie”.
Bozzo ha poi portato il saluto del Sindaco Mario Occhiuto, impossibilitato a partecipare per altri impegni istituzionali concomitanti ed ha poi ricordato, nell’esprimere apprezzamento alle quattro premiate, il dottor Franco Ghi e il dottor Franco Spizzirri che ha avuto modo di conoscere personalmente. “Persone – ha aggiunto Bozzo – che difficilmente possono essere dimenticate, per le loro qualità umane e professionali”.