CARIATI (Cs) – Lo scorso venerdì 21 (ore 17), nella Sala consiliare del Municipio di Cariati si sono incontrate le amministrazioni comunali del basso jonio cosentino e dell’alto crotonese, nonché l’Amministrazione Provinciale di Cosenza. Presenti i Sindaci di Cariati, Campana, Scala Coeli, Terravecchia, Mandatoriccio, Crosia, Caloveto, Longobucco, Paludi, Crucoli e Umbriatico, delegazioni assessorili di Rossano, Corigliano e Calopezzati e, per l’Amministrazione provinciale di Cosenza, l’Assessore Leonardo TRENTO. – I presenti, in rappresentanza delle loro amministrazioni, dopo aver approfonditamente dibattuto sullo stato di vero e proprio collasso del sistema regionale di raccolta dei RSU, giunto ormai a condizioni di irreversibilità, convengono che l’attuale situazione di degrado e di gravissimo rischio igienico-sanitario nella quale versa tutto il vasto territorio delle amministrazioni comunali presenti va affrontata tenendo conto dell’aspetto emergenziale ma anche delle prospettive di breve, medio e lungo termine, a pena di ritrovarsi ciclicamente con crisi di estrema acutezza e gravità, avendo sempre meno mezzi a disposizione, così come sta avvenendo in questi giorni e come ormai si ripete con sempre maggiore frequenza dal 2011.
Le responsabilità sono diffuse. Di certo, plateali sono quelle dell’ex Commissario straordinario e della Regione Calabria che oggi rimane sostanzialmente inerme e appare impegnata soltanto a perpetuare il sistema delle discariche, mirando di fatto a fare di questo territorio la pattumiera della Calabria, dopo averne destrutturato la rete sanitaria ed aver assistito compiaciuta alla cancellazione del Tribunale di Rossano. E’ sotto gli occhi di tutti che questo metodo non serve a risolvere la crisi di sistema, né – sia chiaro – può servire a risolvere l’emergenza.
Pur con diverse sensibilità rispetto alle possibili soluzioni della crisi in atto, gli amministratori presenti, concordano fermamente che né Bucita di Rossano, né il Porto di Corigliano, né Scala Coeli, possono divenire la pattumiera della Calabria; neanche per un giorno. Questo territorio – con le sue vocazioni turistiche, agricole, paesaggistiche e ambientali deve essere difeso dalle mire di chi – con ogni evidenza – lo ha individuato come valvola di sfogo di ogni problematica che tocchi la Regione, da quella sanitaria, a quella della giustizia a quella dell’emergenza rifiuti. – L’aspetto che deve maggiormente preoccupare, però, non è quello dello scontro o della sterile ricerca delle responsabilità ma quello dell’individuazione di possibili soluzioni. In tal senso la amministrazioni convenute ritengono che il sistema regionale debba essere completamente rifondato, ponendo i presupposti affinché tutti i comuni, piccoli, medi e grandi, possano concretamente attuare sui loro territori una raccolta differenziata spinta che riduca la frazione di tal quale e che, con tecnologie non inquinanti già disponibili, consenta il recupero e il riuso anche di quest’ultima. – Mentre risponde all’emergenza la Regione, impegnandosi seriamente in accordi con altre regioni che ci soccorrano nella crisi così come la Calabria ha fatto in altre circostanze, deve consentire al territorio del Basso Jonio cosentino e dell’alto crotonese – così come più volte già richiesto dalle amministrazioni comunali interessate – di autodeterminarsi nella ricerca di soluzioni possibili, stabili, durature ed efficaci. Le amministrazioni presenti, in ogni caso, al di là dell’atteggiamento che in proposito vorrà assumere la Regione, con la presente riunione avviano una serie di incontri finalizzati a costituire un accordo di Programma Quadro perintercettare presso i Ministeri competenti le risorse necessarie alla realizzazione, nel breve periodo, di un impianto territoriale di selezione e recupero dei rifiuti, con il trattamento e il riuso anche della parte residuale del tal quale attraverso nuove tecnologie come quelle inerenti il CSS (Combustibile Solido Secondario). Un impianto, in altri termini, che metta tutti i comuni interessati nelle condizioni concrete ed effettive di attuare una raccolta differenziata spinta attraversa un sistema territoriale autosufficiente. I rifiuti del territorio non verrebbero trasportati da nessuna parte ma verrebbero valorizzati come risorsa sul territorio e da dannazione si trasformerebbero in ricchezza.