Infocontact: fallimento vicino, 2.600 dipendenti rischiano il licenziamento

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COSENZA – 2.600 dipendenti del call center Infocontact rischiano il licenziamento. La società ha registrato un buco di bilancio pari a 24 milioni di euro e l’azienda è ad un passo dal fallimento.

L’allarme è stato lanciato dalla segreteria regionale di UGL Telecomunicazioni che denuncia l’attuale situazione di stallo della vertenza del noto call center calabrese. “A pochi giorni dalla scadenza del primo termine (29.07.2014) dato dal tribunale per la presentazione della proposta di concordato, – si legge nella nota divulgata dal sindacato – l’azienda Infocontact continua in maniera inspiegabile a non fornire informazioni ufficiali in sede sindacale, alimentando le tante voci incontrollate che giornalmente sono diffuse anche dagli stessi responsabili. Purtroppo dopo l’ultimo incontro avuto il 28 maggio, alla presenza della società E-Care, la proprietà di Infocontact ha deciso di non aggiornare più le parti sociali sugli avanzamenti delle trattative con le aziende che hanno presentato la manifestazione d’interesse, che, sappiamo per certo, non sono soltanto quelle comunicate al sindacato, mentre parrebbe che, ad altre aziende, non viene data la possibilità di manifestarsi. Temiamo che si stia giocando una partita occulta fra la proprietà, i compratori e i committenti, per lucrare sul dramma che vivono i lavoratori Infocontact e le loro famiglie, incuranti delle ricadute sociali che un eventuale fallimento dell’azienda comporterebbe”.

“Come Organizzazione Sindacale ed RSU ci opporremo con ogni mezzo a soluzioni di comodo che passino attraverso il licenziamento dei lavoratori, come già avvenuto fra Vol 2 e Comdata. Pertanto chiediamo a tutte le società interessate ad acquisire Infocontact di uscire allo scoperto e dichiararsi ufficialmente, di convocare il sindacato e comunicare il loro progetto industriale finalizzato al mantenimento delle attività e dei posti di lavoro”.

“Si dichiara pertanto a partire da subito lo stato di agitazione, preannunciando la realizzazione di manifestazioni di protesta presso le sedi istituzionali, al fine di riportare chiarezza su una vicenda che di chiaro ha sempre meno”.

 

 

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