COSENZA- Giornalista d’assalto, un misto di coraggio e determinazione. Se le si schiudesse l’occasione di fare la reporter di guerra non si tirerebbe indietro. D’altra parte tra i suoi docenti del corso di perfezionamento seguito nel triennio 2003/2006 figurava un certo Ryszard Kapuściński che in fatto di corrispondenze dai fronti di guerra se ne intendeva, eccome.
Lei è Giulia Zanfino, giovane giornalista free lance calabrese, di Acri per la precisione, con trascorsi transalpini, essendo nata in Francia, a Saint-Maur-des-Fossés, una cittadina della Valle della Marna, e avendo vissuto per un po’ di tempo anche a Parigi. Tornata in Calabria, ha coltivato la sua passione per il giornalismo d’inchiesta coniugata a quella per il cinema documentaristico. Due attitudini che se non si è corazzati non si possono affrontare facilmente.
E Giulia Zanfino corazzata lo è e non poco. Altrimenti non si spiegherebbe la sua caparbietà nel seguire alcune inchieste particolarmente scomode. Tra quelle più recenti, quella sull’acqua avvelenata in Calabria, nel vibonese, realizzata per la trasmissione di Rai 3 “Crash”, condotta da Valeria Coiante, e quella sulle morti sul lavoro alla “Marlane” di Praia a Mare, ribattezzata “la fabbrica dei veleni”. Diversi i riconoscimenti che Giulia Zanfino ha ricevuto nonostante la sua giovane età. Tra questi, il secondo premio al concorso fotografico “Calabria: quello che non vedi”, indetto dall’Associazione “Io resto in Calabria”, con un reportage fotografico sull’emergenza abitativa a Cosenza.
Ora al suo palmarès si aggiunge il premio ricevuto, proprio per il coraggio delle sue inchieste, dalla Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal consigliere comunale Claudio Nigro. Il percorso formativo e professionale di Giulia Zanfino è stato ricostruito dal consigliere Mimmo Frammartino, relatore della proposta di ospitare la giornalista in commissione cultura. Frammartino ha ricordato il primo impegno degno di nota di Giulia Zanfino: l’aiuto regia del documentario sulle favelas brasiliane di Rio De Janeiro e San Paolo, dal titolo “Piccola avventura in una realtà sospesa” di Cristiana Surleti. Il consigliere relatore ha ricordato ancora la collaborazione della giornalista calabrese con Toni Capuozzo, prima firma di Mediaset e autore del fortunato programma d’inchiesta “Terra”. Il lavoro di Giulia Zanfino è equamente diviso tra inchieste giornalistiche e documentari.A metà strada tra l’inchiesta e il documentario si colloca, infatti, “Roma intorno a Roma”, altro docu-film sulla questione dei rifiuti nel Lazio con particolare riferimento alle proteste contro la costruzione del gassificatore di Malagrotta. Con questo lavoro ha partecipato al Festival Internazionale del Cinema di Roma ed ha vinto l’Academy awards al premio “Libero Bizzarri” doc film festival.
Se per Mimmo Frammartino Giulia Zanfino è “giornalista determinata, competente e coraggiosa, sì da meritare l’eco nazionale suscitata dalle sue inchieste”, per il Presidente della commissione cultura Claudio Nigro “contribuisce a rendere migliore l’immagine della Calabria”. Soddisfatta per aver potuto associare un volto a tanta intelligenza e grinta, si è detta poi la Vice Presidente della Commissione Maria Lucente. Felice di ricevere dalla commissione cultura di Palazzo dei Bruzi tanta attenzione ed un riconoscimento ad hoc per il coraggio delle sue inchieste, Giulia Zanfino ha affermato, dopo aver mostrato in un video alcuni dei suoi migliori servizi giornalistici, che “è la prima volta che ricevo un premio nella mia regione, nonostante abbia con la mia terra un rapporto un po’ conflittuale.” Ed ha attribuito al riconoscimento un valore aggiunto perché “non si tratta di un premio comodo da attribuire, perché la destinataria è una giornalista scomoda”. Nei ringraziamenti finali della giornalista, oltre a quelli al Sindaco Mario Occhiuto, alla commissione cultura e alla portavoce del Sindaco Iole Perito, presente in commissione e che ha avuto il merito di segnalare all’organismo consiliare il talento della Zanfino, anche una citazione per “Mad Company”, l’agenzia di produzione video con la quale la free lance realizza le sue inchieste d’assalto.