CORIGLIANO CALABRO (CS) – L’insopportabile odore dell’amarezza mescolato al profumo dei finocchietti, questo si respirava ieri pomeriggio all’esterno del palazzetto dello sport “Pala-Brillia” di Corigliano Calabro dove si sono celebrati i funerali di Fabiana Luzzi, la sedicenne accoltellata e bruciata viva dal suo fidanzato. E mentre cinquemila persone si stringevano attorno allo strazio di papà Mario, mamma Rosa e delle tre sorelle, il Gip del Tribunale dei minori di Catanzaro convalidava il fermo del giovane assassino, emettendo l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato.
Un lungo applauso all’arrivo del feretro e i momenti di incredulità si alternavano a sensazioni di rabbia, non quella che infiamma ma quella che rende immobili e fa diventare le unghie viola dal freddo.
Accanto ai genitori molte autorità politiche tra cui il Ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem, venuta in Calabria per non lasciare sola una comunità gravemente ferita ma anche le donne del Centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza, esserci per Fabiana che è entrata violentemente nelle esistenze di tutti, esserci perché non si può tollerare la logica di un potere che si trasforma sempre più spesso in sopraffazione.
Durante la cerimonia funebre il Ministro dei Testimoni di Geova Salvatore Chiappetta più volte ha ribadito l’inconsistenza delle parole in questa circostanza e affidandosi ad alcuni versi sacri ha ricordato Fabiana come una ragazza amante della vita, sempre in cerca della verità e ha sottolineato l’importanza di pensare alla sua assenza non come la fine ma solo come una tappa verso la resurrezione.
Fabiana era ancora una piccola creatura ma già forte quando diceva no, si perché Fabiana è stata uccisa proprio per aver detto no a un amore che aveva capito quanto fosse sbagliato, moltissime sono state le parole dopo questa ennesima tragedia, forse troppe, cadendo spesso nell’immoralità che si cela dietro ogni luogo comune, ma ieri solo silenzio, occhi lucidi e palloncini bianchi liberati in cielo che inseguivano Fabiana. Già così distante.
Gaia Santolla