“Manifesto per le città dei pedoni”: Cosenza tra le 40 città aderenti

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COSENZA – La città di Cosenza ha aderito al “Manifesto per le città amiche dei pedoni” promosso da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che si sono mossi con il sostegno dell’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna e del Centro Antartide di Bologna.

Il Manifesto, che ricorda innanzitutto che “siamo tutti pedoni”,  sta raccogliendo adesioni in tutta Italia.

40 Comuni promuovono il “Manifesto per città amiche dei pedoni”

A differenza di tanti altri paesi europei, dove il pedone è sacro, in Italia chi cammina viene troppo spesso percepito come un intralcio da parte di chi guida. Sono in tanti a non rispettare persino l’elementare diritto alla precedenza sulle strisce, al punto che il 30% dei pedoni morti sulle strade perde la vita proprio negli attraversamenti a loro dedicati. Un chiaro sintomo dello scarso senso civico di molti italiani, questo, che ha portato però a una reazione importante grazie alla creazione del “Manifesto per città amiche dei pedoni”,  già sottoscritto da nord a sud da grandi e piccoli centri a significare quanto questo problema sia sentito.

Le città aderenti sono 40:  Ancona, Arezzo, Bari, Barletta, Bologna, Bolzano, Brescia, Cosenza, Enna, Fermo, Ferrara, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecce, Lodi, Macerata, Mantova, Matera, Milano, Modena, Monza, Napoli, Novara, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pistoia, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Taranto, Torino, Trapani, Trento, Udine, Verbania, Verona.

L’invito a firmare per tutelare i pedoni è stato promosso dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. Gli anziani, infatti, rappresentano la categoria più a rischio nell’universo dei pedoni, avendo  capacità deambulatorie rallentate che si discostano dal modello di mobilità “aggressiva” imperante nelle nostre strade. Gli altri promotori dell’iniziativa sono l’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna e il Centro Antartide di Bologna.

Il Manifesto ricorda anzitutto che “siamo nati per camminare”, anche gli autisti che diventano – come si legge nel testo – soltanto momentaneamente dei non-pedoni. Il documento prosegue con un elogio al camminare in quanto amico “del corpo, della salute , dell’ambiente”, nonché fonte di consumo di energia rinnovabile. Diventare una città amica dei pedoni significa avvicinarsi alle esigenze di chi cammina, rendendo “piacevole e sicuro il camminare, educando al rispetto,alla coscienza dei diritti ma anche dei doveri sulla strada”. In quest’ottica, diventa di primaria importanza reprimere i comportamenti aggressivi di chi guida, adoperandosi per moderare la velocità dei veicoli. In altre parole: una città amica dei pedoni “ripensa le strade con gli occhi di chi cammina”.

L’obiettivo ambizioso si basa sul ribaltamento del senso comune di ciò che rappresenta la strada, mettendo al centro il pedone, lavorando alla creazione di spazi condivisi e fruibili per chi cammina. Rispondere ai bisogni del pedone significa anche costruire isole di traffico per facilitarne l’attraversamento, ma anche abbattere le barriere architettoniche per favorire la mobilità dei disabili. Le “città amiche dei pedoni” intendono inoltre consentire ai bambini di recarsi a scuola a piedi e guardano con simpatia a chi utilizza il trasporto pubblico e la bicicletta.

 

Nel 2011 sono state uccise 589 persone che camminavano e 21.000 sono rimaste ferite. Tragedie in larga parte evitabili. Il Manifesto delle città amiche dei pedoni è parte della campagna “Siamo tutti pedoni” che tornerà la prossima primavera proprio per mantenere alta l’attenzione sulle problematiche di chi si muove a piedi.

 

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