COSENZA – Uno dei settori più importanti su cui la Calabria può e deve puntare per alleggerire la grave crisi in atto, è sicuramente l’agroalimentare, il settore che da maggiore svilluppo all’economia regionale, nella produzione lorda vendibile e per quanto riguarda l’occupazione. Un settore che, per fortuna, ha già le sue basi , grazie al sistema delle imprese che, nonostante le precarie condizione e le difficoltà determinate dal gap delle relazioni con i mercati, è riuscita a concrettizzare una serie di processi di innovazione. Restano però ancora tante le potenzialità nascoste . Pensiamo al settore olivicolo, che vede la nostra regione al primo posto in Italia per la produzione. Di questa solo il 2,4% dell’olio prodotto nella nostra regione viene imbottigliato in loco e arriva sul mercato come olio calabrese. Il resto viene esportato altrove, tagliato e immesso sul mercato con una etichetta che non ne valorizza le nostre origini . Occore sostenere e dare forza alle nostre produzioni per creare un valore aggiunto che rimanga e ricada sul nostro territorio regionale. Quello dell’agroalimentare è il settore che meglio si presta a questo tipo di operazione, poichè le nostre imprese agricole sono, perlopiù, a carattere familiare. Le più avanzate realtà di questo settore confermano, che la ricerca deve svolgersi nelle aziende e diventare un fattore di collegamento e di aiuto ad esse. L’agricoltura, va fatta sul campo e le aziende devono essere protagoniste di un progetto avanzato di ricerca, in collaborazione con le università e mondo scientifico