REGGIO CALABRIA – La nomina di Enzo Militello a comandante della Polizia Municipale non va proprio giu a Francesco Molinari, senatore e membro Commissione Antimafia, che esprime in questa nota stampa il suo sdegno:
“La nomina via “radio” da parte del Sindaco Falcomatà del primo dirigente della Polizia di Stato, Enzo Militello, comandante (ex ?) del XII Reparto Mobile di Reggio Calabria, a Comandante della Polizia Municipale, più che insolita per il mezzo usato per la sua comunicazione (che sembra confermare una diffidenza atavica dell’ente comunale all’uso dei modi più consoni di pubblicazione delle decisioni che scandiscono la sua attività amministrativa) risulta censurabile per l’attuale situazione del “radio-eletto”.
La Procura di Reggio Calabria, infatti, ha deciso di opporsi alla sentenza di assoluzione emessa dal Giudice Monocratico, presentando, a firma del P.M. Antonella Crisafulli, con la condivisione del procuratore aggiunto, Gaetano Paci, e del procuratore capo, Federico Cafiero de Raho, richiesta di modificare il giudicato in primo grado alla Corte d’Appello.
La vicenda in cui il vicequestore Militello (insieme all’ispettore Matteo Periti) è stato assolto “per non aver commesso il fatto” è ben nota e assai delicata e costituisce uno dei filoni di indagini sul conto della cosca “Lo Giudice”. Ricordiamo che, secondo l’accusa, Militello e Periti avrebbero omesso di denunciare alla Procura della Repubblica le irregolarità riscontrate dalla Polizia Amministrativa nel corso di un controllo al bar-cornetteria “Peccati di gola”, di proprietà di Luciano Lo Giudice : l’ingresso nelle indagini del PM antimafia ha permesso di far luce sulla vicenda.
Ora, ritengo che sia nell’interesse delle istituzioni e dei loro rispettivi ambiti e competenze attendere che si esauriscano tutte le dinamiche relative ai poteri in cui si articola uno Stato moderno, prima che vengano rimesse in gioco le vicende delle persone demandate a ricoprire cariche al loro interno. E ciò a tutela dell’immagine stessa delle istituzioni democratiche.
La città di Reggio Calabria viene da un periodo assai buio, dove, prima di mettervi rimedio, si è assistito per troppo tempo al sacco delle casse comunali, con doloroso e vergognoso ribaltamento sui cittadini del dissesto provocato dai “professionisti del buco”. Nel frattempo abbiamo dovuto assistere a tutto ciò a cui la politica più scellerata ha potuto dar la stura, compresa la reale percezione dell’osceno abbraccio tra ‘ndrangheta e politica, tra il plauso dei “colletti bianchi” (“borghesia mafiosa”, la chiama Umberto Santino) di una società malata che a quel banchetto osceno ha partecipato.
Non permetterò, e sono sicuro che sarò in buona compagnia, qualunque ne sia il motivo e per gli strumenti che ho a mia disposizione, che si rifaccia quel percorso a ritroso e, pertanto, appena avrò riscontro formale – oltre che radiofonico – di questa nomina assolutamente inopportuna farò i miei passi.”