E’ stata scritta, due giorni fa, una pagina di romanticismo che potrebbe essere letta ai bambini prima di vederli cadere nelle braccia di Morfeo. Sulla spiaggia di Morghella (a Pachino, nel siracusano) un gruppo di bagnanti ha soccorso e salvato (aiutando la Guardia Costiera) circa 160 migranti (anche donne in gravidanza e bambini al di sotto dei tre anni). Catene umane, solidarietà e fratellanza, tre simboli distintivi di quella folla elogiata dal Presidente Napolitano, ci hanno trasmesso un chiaro messaggio: non tutte le persone sono indifferenti e razziste, non tutte tifano per la Lega Nord, cantando agli immigrati “fora di ball” e disinfettando le panchine dove vi si sono seduti.
Qualcuno di noi ha sopportato la politica leghista perché impaurito dall’uomo di etnia diversa, mentre il sindaco di Acquaformosa Giovanni Manoccio e i suoi concittadini proclamavano lo stato di “deleghistizzazione” della propria terra, pubblicando il Decalogo sui comportamenti da tenere in un paese deleghistizzato.
Beata sia la Patria che si arroga il diritto di vantarsi per i bagnanti di Morghella. Beato sia lo Stato che ha le strutture e la mentalità per accogliere e integrare gli immigrati. Consigliate ai leghisti e ai razzisti che gli stranieri non sono tutti uguali: c’è chi ruba e chi scappa dalla guerra e dalla povertà e confida di poter ritrovare un briciolo di felicità. E ricordateli che il comune di Acquaformosa, quando ci fu l’alluvione nel Veneto, raccolse fondi.