Pippo Civati a Cosenza: “Penso a un nuovo centrosinistra che renda protagonisti voi elettori”

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COSENZA – “Per un nuovo centrosinistra ripartiamo dal Sud”. E’ il titolo del convegno tenutosi ieri alle 20:00  presso il Museo del Presente di Rende (CS) e voluto fortemente dal consigliere regionale Mimmo Talarico e dal sindaco di Castrovillari Mimmo Lo Polito con la presenza del segretario regionale SEL Giovanni Speranza e l’intervento finale del deputato parlamentare PD Pippo Civati.

Un tavolo di discussione per trattare tutti quei temi politici che tentano – già da troppo tempo –  il rilancio di un nuovo approccio governativo del Bel Paese che da anni assiste a sfilate demagogiche di ogni tipo.

“Per un nuovo centrosinistra è necessario ripartire dai temi sociali”. Questa è la sfida che si propone il primo cittadino di Castrovillari, città dell’hinterland cosentino. “Il nostro intento, ovvero quello del PD, è di puntare ad una politica di sinistra che possa dare alle persone la possibilità di vivere con servizi rigorosamente all’interno del luogo dove sono nate per non tornare ad un’emigrazione di ritorno, come quella verificatasi nell’800. Perciò vogliamo uno stato sociale finalizzato a rinsaldare l’economia scolastica e una sanità territoriale che funzioni e che filtri gli ingressi in ospedali. Se abbiamo chiesto a Civati di venire qui è perché crediamo davvero che la Calabria abbia una possibilità di riscatto. Per fare ciò è necessario puntare su, istruzione, sanità, trasporti ed equa distribuzione del reddito che vada ad incidere sui grandi patrimoni.”

L’intervento di Mimmo Talarico è diretto nei confronti di Pippo Civati sulla questione meridionale: “Il divario fra nord e sud è aumentato e tu da uomo del nord ne sai qualcosa. Il mezzogiorno è scomparso dall’agenda politica sia del governo di centrodestra che da quello di centro sinistra – e continua – il PD deve porsi il problema di elevare la qualità della rappresentanza che a sua volta è figlia della qualità e del consenso.”

L’ex IDV commenta poi la crisi che sta vivendo la Calabria a causa delle recenti dimissioni di Scopelliti al quale non vuole dare l’etichetta di “lestofante” ma di “cattivo governatore che ha prodotto un buco di 800 milioni di euro e che non ha saputo leggere le carte”. Un modello Reggio, quello di Scopelliti, che è stato esportato e trasferito anche in Regione con i dovuti effetti collaterali del caso.”

“Per costruire le condizioni del cambiamento bisogna costruire un’alternativa. Un centrosinistra di cambiamento non cambia solo le sigle ma rinnova anche la cultura di cambiamento.  In questa regione infossata nella palude dello scambio clientelare, bisogna spezzare tutte quelle conventicole che riguardano le massonerie deviate e i gruppi di potere. Io propongo – conclude Mimmo Talarico – che si cambi la segnalwtica politica di questa regione e lo dico a te Pippo.  Abbiamo bisogno di un ambasciatore che parli ai confini del centrosinistra anche in una terra come la nostra, in cui sono tanti i comitati e gruppi che si battono per le più nobili cause (dall’ambiente, al diritto alla casa ecc. ), alla quale deve essere rivolta attenzione e a cui il centrosinistra ufficiale non parla.”

Guardare a sinistra. Sembra questo il motto unanime dei politici presenti e di coloro che vengono fatti intervenire durante il dibattito. E lo è anche per Pippo Civati che mostra insofferenza per la convivenza coatta che deve subire in parlamento: “noi nella maggioranza di governo abbiamo Scopelliti, Alfano e potrei citarne ancora tanti altri”. Un governo di larghe intese che propende e si accosta troppo alla destra, secondo il parlamentare.

All’interno di questo marasma politico, Civati vuole accostarsi a quell’ala di elettori che accordano sul ridimensionamento delle spese militari, con i tagli sugli F35, guardare a una politica che renda davvero più protagoniste le donne (e non più quote rosa), e parlare in maniera coesa e coerente con i tre grandi raggruppamenti parlamentari.

Ma ciò che più preme al deputato PD è “rilanciare sulla sfida democratica e rendere protagonisti gli elettori”. Questo il fil rouje che attraversa il discorso civatiano, con un occhio di riguardo al recente problema posto sull’ elezione dei senatori e che a suo parere devono essere scelti dal popolo in quanto unico protagonista attivo di una vera democrazia politica.

Poi ribatte sull’ Italicum contro cui si scaglia: “ha le liste bloccate e ha i candidati plurimi” e poi incalza “se dico tutto questo non è per minare la serenità della ministra Boschi ma perché sono preoccupato che voi siate meno protagonisti come anche sono preoccupato di stare in un parlamento con una maggioranza che non ha votato nessuno”. Realtà politiche che secondo il deputato vanno affrontate e modificate subito.

Dunque c’è bisogno di un cambiamento, ma “questo cambiamento ancora non lo vedo, sopratutto qui in Calabria” – afferma a muso duro Civati che ironicamente si sofferma sui risultati elettorali ottenuti alle primarie in alcune province calabresi, arrivando a sfiorare un misero 1%.

“La proposta per me è sostituire la parola destra con la parola sinistra. Un nuovo centrosinistra. Ritrovare uno spazio che può essere quello del nostro lavoro in cui queste realtà si incontrino”. Civati si rivolge anche alla fazione grillina e al suo leader: “quando si deciderà a fare politica vorrei che ci concordassimo su proposte che già condividiamo, cercando di capire cosa c’è dietro quel grido di protesta”.

E continua: “Io vorrei trovare un senso nelle parole di cambiamento e per questo che mi rivolgo a voi. Vorrei maggiore trasparenza, concorrenza e libertà politica” – conclude il deputato PD. “Però ora tocca anche a voi dare un segnale in contropiede per immaginare una nuova regione”. Pippo Civati ne è convinto, la politica deve fare ancora molto per poter rendere partecipe l’elettorato sulle questioni del paese.  “Ma – sottolinea – conta anche chi si sceglie per fare le cose. Rimettere insieme un paese sofferente dalle alpi fino alla Sicilia e ripensare i rapporti fra nord e sud a patto di rappresentare una parte di paese. Perché – conclude – non puoi piacere a tutti. quello forse è il lavoro dell’attore ma non quella del politico il cui obiettivo dev’essere rappresentare qualcuno che è la maggioranza, con la cortesia e la qualità.”

Sonia Miceli

 

 

 

 

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