Rimborso al Comune di Cosenza, assolto l’ex sindaco Occhiuto “giustizia è stata fatta”

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Sindaco Mario Occhiuto

COSENZA – L’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (che aveva scelto il rito abbreviato), è stato assolto dall’accusa di aver lucrato su rimborsi in Comune per missioni istituzionali a Roma. Lo ha deciso oggi il Gup del Tribunale di Cosenza, Claudia Pingitore. Il pm Visconti aveva chiesto la condanna di Occhiuto a 3 anni e 6 mesi, ma la tesi difensiva del legale dell’ex primo cittadino della città bruzia ha convinto i giudici. Nell’udienza preliminare, presieduta dal Gup dott.ssa Pingitore, si era registrata la costituzione di parte Civile dal parte dell’attuale amministrazione Bruzia guidata dal primo cittadino Franz Caruso.

Disposto, invece, il non luogo a procedere per Bruno Palermo, uno dei due dirigenti del settore Economato che si sono succeduti nel periodo d’indagine. Il giudice ha invece rinviato a giudizio Giuseppe Cirò, ex segretario particolare di Occhiuto e l’altra economa del Comune Ada Francesca Federico. Federico e Cirò sosterranno il processo a partire dal 7 giugno.

Su Facebook Mario Occhiuto si lascia andare ad un lungo sfogo, commentando la sentenza di assoluzione:

“Oggi mi risveglio da un brutto incubo, uno di quelli che pensi ‘no, non è possibile stia accadendo davvero’. Il mio stato d’animo è proprio questo… Sentire che posso tirare un sospiro di sollievo per un’ingiustizia che mi ha causato lunga gogna mediatica, diffamazioni e il solito serpeggiante dubbio da parte di chi non vedeva l’ora di insinuare sospetti sulla mia onestà.
Ora realizzo a poco a poco. Perché appena ti svegli non sai se stai ancora in un brutto sogno o se è la realtà, sapendo che era tutto falso. Dentro di me però in fondo sapevo che non poteva andare diversamente poiché non avevo commesso nessun reato, ma non nascondo il fatto che ho avuto lo stesso paura. Ti colgono una brutta sensazione e un senso di impotenza che non auguro a nessuno di provare nella vita.
 
Il mio avvocato, Nicola Carratelli, è stato veramente un grande, ed è riuscito a far emergere la verità. Voglio ringraziarlo di cuore per aver sempre creduto nell’esito di questo brutto incubo. “Era stato creato un sistema perfetto per incastrarmi” come egli stesso ha affermato nel corso della sua brillante arringa (di circa due ore) durante il dibattimento, “allo stesso modo di come avveniva nell’antica Roma per screditare e far fuori i nemici attraverso metodi non eticamente corretti e poco ortodossi e con l’utilizzo di indices e delatores”
In parte devo dire che ci sono riusciti rispetto alle mie personali aspirazioni e proiezioni future (quelle dell’epoca), ma almeno la verità è stata adesso ristabilita.
 
Era stato creato un sistema deviato guidato spregiudicatamente dalla politica e condizionato dal clima di forte diffamazione esistente nella nostra città, con tanto di delatori e propalatori assoldati nel salotto della propria casa. Avevamo contro di noi un potere politico che si era fortemente affermato in quel periodo storico, con legami importanti nel mondo degli inquirenti e dei media nazionali. Ricordo solo che a pochi giorni delle elezioni, da sindaco sfiduciato, mi ritrovai addirittura in prima serata sul Tg1 con un servizio sui sequestri di documenti in Comune (con tanto di macchina ed elicottero degli inquirenti che sorvolava il palazzo a beneficio della telecamera) per una inchiesta sui cosiddetti “appalti spezzatino” che adesso sappiamo come è andata a finire. Se avessi commesso una minima leggerezza, un piccolo errore di cui erano disperatamente alla ricerca, sarebbe finita malissimo. Sarei finito malissimo.
 
Oggi finalmente è stata ristabilita la verità. La sentenza del Gup, unitamente a quella di assoluzione per tutti gli imputati emessa due giorni fa sugli (illusori) “appalti spezzatino” gestiti dal Comune all’epoca in cui ero sindaco (pur non essendo direttamente coinvolto) conferma che in dieci anni il nostro operato è stato sempre limpido. La giustizia ha fatto il suo corso, è il caso di dirlo. Un grazie sentito a chi non ha mai dubitato di come realmente sono andate le cose”.

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