Secondo quanto scritto da “Il Giornale”, Sel avrebbe un’idea sopraffina per migliorare la Calabria: affidarne il comando a Stefano Rodotà. L’ex parlamentare indipendente comunista, sarebbe, se la notizia fosse confermata, uno dei candidati più brillanti per guidare l’emancipazione della regione calabrese: colto, amante della legalità e del territorio, persona onesta con la Calabria nel sangue, in quanto nato nel paesino arbereshe di San Benedetto Ullano.
Il diretto interessato non ha ancora commentato la notizia. Dopo aver mancato la scalata al Colle, per colpa dei dirigenti del Pd troppo spaventati dal suo laicismo, si sentirà pronto per un onore così oneroso ? Le qualità umane e politiche non gli mancano.
L’autore dell’articolo apparso sul sito del quotidiano berlusconiano però, gli contesta sarcasticamente l’età. Nel 2015, anno delle elezioni per la Presidenza della Regione Calabria, il professore avrà 85 anni e se “Giorgio Napolitano a 87 anni ha le forze per guidare una nazione, il suo concorrente di primavera (e di primavere) ben potrebbe scendere in pista nella sua regione di nascita facendo suo un vecchio adagio: largo ai giovani”.
Troppo vecchio per essere un leader ? L’età è importante, gli anni passano per tutti e la vecchiaia, oltre ad infondere saggezza, può relegare alla stanchezza, agli acciacchi. Ma giudicare un politico, un uomo o un dirigente solo in base all’anagrafe è un atteggiamento miope, un vigliacco metodo per screditarlo. Sarebbe meno disonesto parlare del merito, delle competenze (umane e professionali) che una persona acquisisce e dimostra. La prospettiva di un mondo governato da giovani è necessaria e al contempo insufficiente. C’è bisogno di giovani che siano anche onesti, capaci, disposti alla gavetta e ad apprezzare il valore dell’esperienza, non basta ammirarli nel pieno della loro fierezza. Il motto “largo ai giovani”, detto e propagandato istintivamente, è solo un vuoto ideologismo.