Spazzatura edilizia, Candido (Radicali): “Abolire la vulnerabilità e risanare il territorio per per abolire la miseria”

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Cterremoto-calabria-pacifico-pollinoATANZARO – <<Il caso di Bagnara C. (RC) dopo le alluvioni di Corigliano e Rossano C. (CS) dovrebbero averci fatto capire che la Calabria tutta è a rischio. A Bagnara, in provincia di Reggio Calabria, un’abitazione si è letteralmente sbriciolata, crollando rovinosamente. All’improvviso, senza che ci fosse stato alcun evento sismico capace di giustificare il crollo>>.

È quanto si legge in una nota di Giuseppe Candido, esponente radicale componente del comitato nazionale del partito di Pannella che aggiunge: <<Per fortuna, come si usa dire in questi casi, non ci sono state vittime. Nessuno è rimasto coinvolto da quello che la stampa ha definito un “assurdo crollo” benché lo stesso sia avvenuto in un luogo solitamente frequentato. Si parla anche di “ennesimo episodio che si registra nel territorio della Costa Viola, già colpita duramente da numerose frane soprattutto in corrispondenza di nubifragi che rendono il terreno particolarmente friabile”, ma l’analisi si ferma qui>>.
Per Candido, <<Dagli eventi di Corigliano Calabro e Rossano recentemente colpiti dall’alluvione lo scorso 12 agosto e da quello di Bagnara C., dovremmo capire che l’intera regione ha una priorità: risolvere, mitigare, la peste ecologica. L’intreccio -cioè- tra rischio idrogeologico fatto di edilizia abusiva, edilizia illegale costruita in mezzo agli alvei o su versanti instabili per natura e condizioni idro-geologiche e quello che – d’altro canto – potremmo definire la spazzatura edilizia pre sismica, costruita prima del 1974 o costruita dopo ma senza il rispetto delle leggi, spesso abusivamente, e diffusamente presenti sul territorio calabrese.
Renzi chiede idee al mezzogiorno per il rilancio di una tragica situazione economica evidenziata dal pre rapporto SVIMEZ. Cosa servirebbe alla Calabria?
Certamente servirebbe>> – prosegue Candido – <<un grande piano ecologico nazionale, di stampo post keynesiano, con interventi pubblici mirati, senza timore di far crescere il debito pubblico, con politiche che non sarebbero sprechi, ma veri e propri investimenti che consentono – dopo – di risparmiare molti soldi in ricostruzioni, in gestione dell’emergenza e, soprattuto, di evitare continue stragi di popoli.
Secondo uno studio del Consiglio Nazionale dei Geologi , il quadro dei costi complessivi, tra il 1944 e il 2009, del dissesto idrogeologico e del rischio sismico, sono compresi “tra un valore minimo di 176 miliardi di euro e uno massimo di 213″. E la differenza – specificano nello studio – è da attribuire al costo dei terremoti che, a seconda delle fonti informative, varia da un minimo di 124 miliardi di euro a un massimo di 161”. Come ho cercato di spiegare nel volume La peste ecologica e il caso Calabria (Ed. Non Mollare, 2014, p.394), alla nostra terra e all’intero mezzogiorno, servirebbe un piano ecologico d’interventi pubblici che rilanci l’economia proprio attraverso quelle necessarie e urgenti opere di messa in sicurezza idrogeologica, sismica, del territorio oltreché di bonifica ambientale.
Non soldi a pioggia, non già sussidi che rendono conveniente l’ozio. Ma soldi per risanare siti inquinati, per de localizzare scuole a rischio idrogeologico, ad,adeguare la sismicità delle strutture costruite. Soldi che innescherebbero una crescita virtuosa dell’economia della Calabria. Ecologia, pane e lavoro era lo slogan di Marco Pannella già negli anni ’70 e ‘80, che ancora oggi potremmo far nostro.
Assieme all’altra visionaria proposta di un geologo in ogni comune, che Pannella proponeva già quando era consigliere comunale a Napoli e che oggi è divenuta ufficialmente proposta dell’ordine dei geologi: un geologo per ogni area a rischio, anche e soprattutto per introdurre nelle pubbliche amministrazioni quella cultura della prevenzione che è mancata per anni.
Certamente, il censimento della vulnerabilità sismica degli edifici, realizzato con progetti di pubblica utilità, con un esercito del lavoro appositamente creato, certamente l’adeguamento antisismico o la rottamazione dei fabbricati “spazzatura”, non in grado cioè di resistere alle scosse, cominciando dai numerosi edifici pubblici inadeguati; il trasferimento volontario, ma incentivato, delle popolazioni residenti in aree a forte rischio idrogeologico, o dalla stessa zona rossa del Vesuvio, un piano nazionale di bonifiche dei siti inquinati, un piano di mitigazione dei rischi potrebbero, insomma, rappresentare proposte utili per abolire la miseria e rilanciare lo sviluppo della Calabria e dell’intero mezzogiorno.
Ma forse, come ricordava Pannella, ancora oggi, l’ecologia – il diritto a vivere in un ambiente sicuro e salubre – é ancora considerato un lusso. Un diritto di nicchia. Eppure, proprio oggi, è sempre di più evidente che dove c’è strage di leggi, anche delle stesse leggi della natura, c’è sempre – come conseguente corollario – strage di popoli>>.

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