MANDATORICCIO (CS) – Dai treni soppressi alle biglietterie chiuse, continua lo scellerato smantellamento della rete ferroviaria sulla tratta ionica Crotone-Sibari. Dopo la fermata di Mirto Crosia e quella di Calopezzati è toccato a Mandatoriccio. «Veniamo privati ogni giorno di servizi e diritti fondamentali. Siamo di fronte ormai ad una violazione sistematica, scientifica e progressiva di tutto ciò che, in un Paese normale, qualifica il diritto di cittadinanza»: è quanto denuncia il Vicesindaco Filippo Mazza che invita il territorio ad unirsi per esercitare senza distinguo né tentennamenti un vero e proprio diritto di resistenza dal basso contro l’isolamento e l’abbandono totali di questo territorio, nel disinteresse delle istituzioni sovra-comunali e nazionali. «Come mai in passato – va avanti Mazza – serve mobilitarsi dal basso, istituzioni locali in prima linea e popolazioni, per portare all’attenzione regionale e nazionale il danno oggettivo che continua ad essere perpetrato solo ed esclusivamente ai danni di questa area della provincia di Cosenza. Quanto sta accadendo sulle sorti di una rete ferroviaria che era già da terzo o quarto mondo ha dell’assurdo. In quale altro Paese europeo – si chiede il Vicesindaco – viene tollerata una simile spoliazione infrastrutturale da parte di società a partecipazione statale o comunque nell’ambito di servizi essenziali? Coinvolgeremo – aggiunge – tutte le altre amministrazioni comunali, le associazioni e la società civile per portare in sede comunitaria una petizione su questa grave menomazione statale a danno delle comunità locali. Uno Stato membro ed anzi tra i fondatori dell’Unione Europea può consentire – conclude Mazza – l’isolamento dei suoi territori periferici mentre la programmazione comunitaria, alla quale tutti i Paese membri contribuiscono finanziariamente, continua ad avere tra le sue priorità proprio il potenziamento delle reti di collegamento interno alla stessa Unione? A questo punto lo chiederemo all’Europa, visto che l’Italia continua a dimostrarsi incapace di risposte».