COSENZA – La Calabria si è trasformata in una zavorra, in una zattera che imbarca acqua da tutte le parti e rischia di affondare da un momento all’altro. La Calabria, da come quotidianamente viene descritta, sembra essersi trasformata in un macigno che il resto dello stivale fatica a sostenere.
Siamo alle solite direte, sempre gli stessi discorsi senza via d’uscita, sempre i soliti pensieri a cui non segue mai l’azione, sempre i ridondanti luoghi comuni di cui tutti sono ormai stufi. Avete palesemente ragione ma, a volte, per risollevarsi e prendere coscienza del proprio avvenire bisogna caderci con tutte le scarpe nei luoghi comuni, bisogna sguazzarci, affondarci, annasparci, soffocarci perché solo in questo modo si può comprendere la portata della crisi che stiamo vivendo oggi.
La Calabria è ormai rimasta in mutande, i soldi continuano a non bastare e tutto sta andando in malora, dalla sanità al turismo, dalle carceri agli enti pubblici, dall’istruzione ai trasporti.
Ed è proprio la situazione dei trasporti, e in particolare quella dei treni, che diviene sempre più drastica, i pendolari camminano in un campo minato fatto di ritardi, falsi arrivi, poche partenze e tante soppressioni. Questo è ciò che sta accadendo, da un mese a questa parte, sulla tratta ferroviaria Cosenza-Paola, Paola-Cosenza; ritardi e continue soppressioni si susseguono rendendo la vita dei pendolari impossibile e, soprattutto, insostenibile.
Può spiegarci l’Assessore Regionale ai Trasporti Luigi Fedele a cosa serve vantarsi dei nuovi treni diesel per potenziare la linea jonica quando, dall’altra parte, c’è tutta la zona tirrenica che rimane con “i piedi” sulle rotaie? I treni sono ormai dei fantasmi che appaiono e scompaiono a proprio piacimento, sono diventati un vero e proprio miraggio in un deserto di desolazione, sconforto ed indignazione per una Calabria ormai rimasta in mutande.
Ogni giorno migliaia di viaggiatori rimangono a piedi, bloccati nelle rispettive stazioni in attesa di una soluzione che possa tamponare le continue e ripetute soppressioni e mettere una parola fine ai continui ritardi sul posto di lavoro, per non parlare di tutti quei pendolari che per prendere servizio alle 8 devono viaggiare con il treno delle 06,35 perché, dal 15 Dicembre, sono state cancellate tutte le altre corse . È assurdo che, oltre alla crisi che sta mietendo vittime indifese, coloro che per fortuna hanno ancora un lavoro devono anche lottare con i mezzi di trasporto; siamo di fronte a dei Don Chisciotte dei poveri che invece di lottare contro i mulini a vento combattono con Trenitalia e le sue carenze.
È grottesco che nel 2013 si ha una spropositata difficoltà a collegare due città, Paola e Cosenza, che distano venti minuti l’una dall’altra, è inverosimile che l’intera Calabria sia messa male nei collegamenti con il resto d’Italia ma anche con quelli che dovrebbero garantire uno scambio certo e sicuro all’interno della stessa regione.
È ridicolo che l’Assessore Regionale Luigi Fedele si concentri solo a salvare le tartarughe caretta caretta, che per carità da buona animalista hanno tutto il mio rispetto, mentre tutt’intorno c’è un’intera regione che si sta spegnendo e ogni giorno che passa ha meno possibilità di essere salvata.
Annabella Muraca