Un cero di speranza per il presidente Scopelliti, in visita al santuario di Paola.

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È un intervento ricco di significato quello del presidente della regione Giuseppe Scopelliti in visita al santuario di San Francesco di Paola in occasione dell’accensione del cero votivo. Cosa, questa, considerata un vero onore dal presidente, in quanto il rito spettava prima ai sindaci e solo da pochi anni è diventato privilegio del presidente della regione. Dopo aver ringraziato gli organizzatori dell’evento, Francesco Marinelli, padre dei Minimi, e Rocco Benvenuto, Padre Provinciale, oltre a tutte le autorità religiose, politiche e militari presenti, tra cui i sindaci di Paola, Calopezzati, San Giorgio Morgeto e Zaccanopoli, il presidente si concentra sul valore di unità: “La rappresentativa di governo – dice Scopelliti – dev’ essere identitaria, quella cioè in cui si riconoscono tutti coloro che vivono nella nostra amata regione, senza distinzione di appartenenza politica, di razza, di fede.” Secondo il presidente l’unità è un valore che è sempre mancato agli abitanti delle “Calabrie”. Lancia per questo motivo un appello a tutti gli abitanti della regione, al fine di trovare una pacificazione, poiché la divisione “arresta lo sviluppo e rallenta il difficile cammino dell’emancipazione”. Elogia poi il lavoro, punto fondamentale della nostra società, soprattutto in tempo di crisi, considerandolo fonte di dignità e risorsa in cui vanno spesi tutti i fondi europei. 160 milioni di euro, infatti, sono già stati destinati alla creazione di lavoro duraturo e stabile, in soccorso soprattutto alle fasce più deboli e ai giovani. Alla fine del suo intervento, con un eloquente “Affidiamo a Lui, a San Francesco, i nostri cuori”, Scopelliti rivolge un pensiero ai più anziani, alle persone sole e a tutti coloro che sono afflitti da una malattia o non autosufficienti. La fiammella del cero dev’ essere tenuta accesa non solo per loro, ma anche come speranza di una crescita comune della nostra regione.

 

 

 

Andrea Mirenda

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