ARCAVACATA (RENDE) Un laboratorio/residenza a cura di Francesco Saponaro/Teatri Uniti, in occasione dell’allestimento dello Spettacolo “Calderon” di Pier Paolo Pasolini. Regia di Francesco Saponaro. Negli spazi del Teatro Auditorium sarà messo in prova e allestito lo spettacolo “Calderon” su testo di Pier Paolo Pasolini, che debutterà il 4 febbraio 2016 presso il Teatro Auditorium, per poi andare in scena, sempre in febbraio, al Piccolo Teatro di Milano.
In tale occasione il regista Francesco Saponaro e la Compagnia Teatri Uniti, in accordo con il CAMS e il Dipartimento di Studi Umanistici, daranno avvio in due fasi (10-16 dicembre 2015 e 18 gennaio-3 febbraio) daranno vita a un Laboratorio in forma di Residenza/Workshop per un gruppo di studenti e dottorandi dell’Unical che permetterà loro di assistere e di partecipare (nelle modalità e negli orari che saranno definiti e comunicati) alle prove aperte e alla costruzione e allestimento dello spettacolo.
Si invitano gli interessati a inviare, entro il 9/12/2015, una domanda scritta di partecipazione, corredata di curriculum vitae, alle seguenti mail: robertisweet@gmail.com, cinedams@gmail.com. Il numero massimo di partecipanti è fissato in 20 studenti, regolarmente iscritti. Il docente di riferimento è il Prof. Bruno Roberti. Gli studenti selezionati saranno avvisati via mail. La prima riunione con i partecipanti è prevista per il 10/12/2015 alle ore 15 presso il Teatro Auditorium Unical, Piazza Vermicelli.
Sul progetto “Calderon”
In questo particolare momento storico ritornare su un autore come Pasolini significa riaffermare il senso di una necessità artistica e politica, di un confronto permanente con la voce del più lucido e scomodo poeta del nostro tempo.
Il testo teatrale scelto per il laboratorio/residenza è “Calderón”, pubblicato in edizione definitiva nel 1973 e ispirato a “La vida es sueño” di Pedro Calderon de La Barca. Il percorso di formazione prevede la partecipazione degli studenti alla costruzione dello spettacolo che vede in scena interpreti come Andrea Renzi e Anna Buonaiuto.
In “Calderón” i personaggi sono gli stessi del dramma spagnolo ma cambia l’ambientazione in cui essi si muovono: ci troviamo infatti nella Spagna franchista del 1967. Tutto il dramma è pervaso dal dubbio e dallo smarrimento, dal rapporto feroce tra individuo e potere, in un costante gioco di opposizione fra realtà e allucinazione.
A fare da sfondo all’intera vicenda è il capolavoro “Las Meninas” di Velázquez, dipinto prepotente e ambiguo, in cui vige la moltiplicazione degli sguardi, delle rappresentazioni tra visibile e invisibile, in un gioco costante di campo e controcampo che rimanda, con tutta evidenza, al cinema e al rapporto originario di Pasolini con le arti figurative.
Lavorare a un progetto di residenza creativa a partire dallo studio e dalla messa in scena di questo dramma di Pasolini, significa, in ogni caso, fare i conti con le strutture tematiche e con quei riferimenti espressivi che, da un lato sottendono a tutta la poetica dell’autore e, dall’altro, mettono in gioco le suggestioni che risiedono soprattutto nelle interferenze culturali e antropologiche tra Italia e Spagna.
Francesco Saponaro (Napoli, 9 giugno 1970)
Considerato uno dei giovani registi più interessanti della scena italiana, dopo il diploma all’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria di Palmi e al Master per Organizzatori, Amministratori e Direttori di Teatro dell’E.T.I., inizia la sua carriera come regista assistente di Toni Servillo, Marco Baliani, Francesco Silvestri e Renato Carpentieri. Ha fatto parte del Comitato Artistico del Mercadante – Teatro Stabile di Napoli. È stato regista assistente di Toni Servillo per sabato, domenica e lunedì (2002) di Eduardo De Filippo e Il lavoro rende liberi (2005) di Vitaliano Trevisan entrambi prodotti da Teatri Uniti, compagnia con cui sviluppa, nel corso degli anni, un rapporto di assidua collaborazione. Il suo lavoro si caratterizza sia per il rigore delle regia da palcoscenico, sia per la capacità di far interagire con la scena e la drammaturgia, in spazi non teatrali e in ambienti inconsueti e singolari linguaggi diversi, dal video, al cinema, all’installazione visuale.
Per la lirica ha diretto Il segreto di Susanna di E.W. Ferrari, direttore G. Di Stefano per il Teatro San Carlo di Napoli e con l’Opera Nazionale di Danimarca, Manon Lescaut di Giacomo Puccini. Per il sessantesimo anniversario di Radio3-Rai (novembre 2010) la regia dei radiodrammi, Spazio Lumière di Nicola Lagioia e Custodi alla memoria di Carlo D’Amicis. A giugno 2010 ha diretto il laboratorio e lo spettacolo Occhi Gettati su testi di Enzo Moscato per la Masterclass della Civica Scuola Paolo Grassi di Milano al Piccolo Teatro.
Tra i tanti lavori che hanno caratterizzato il percorso dell’artista, ricordiamo nel recente il fatto che nel novembre del 2007 mette in scena uno spettacolo dal titolo “Il petrolio” (che debutta all’interno dei locali del Polo petrolchimico di Gela) ambientato fra la fine degli anni cinquanta e sessanta e che parla di alcuni protagonisti dell’imprenditoria di quel periodo come Adriano Olivetti, Enrico Mattei e Domenico La Cavera. La messinscena è realizzata in collaborazione con l’Archivio storico dell’ENI per l’allestimento e la ricostruzione del contesto ambientale dell’epoca.
Come film-maker ricordiamo i lavori: Come un eroe del Novecento (2001) dallo spettacolo Tartufo di Molière diretto da Toni Servillo con il commento di Cesare Garboli; “Sciabernò” (2002); “Chiòve” (2008 – prologo Teatro Festival Italia) film dall’omonimo testo teatrale, realizzato e trasmesso – in diretta – da un appartamento/set dei Quartieri Spagnoli. Nel 2014 realizza per la Rai il docufilm “Eduardo: la vita che continua”.
Nel 1995 è tra i co-fondatori della Compagnia Rossotiziano, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per la quale collabora ad alcuni allestimenti tra i quali ” Arpa muta, melopea per Pino Pascali”,”Variazioni Majorana”, “Apprendisti stregoni”, “Otello” di Shakespeare e “L’America contro” di Robert Oppenheimer.