VIBO VALENTIA – All’indomani della brutta gara persa contro l’Itas Trentino il presidente Pippo Callipo è alquanto deluso per l’atteggiamento remissivo della sua squadra, ma lo è ancor di più per la mancanza del tanto invocato ‘fair play’ nell’ambito di un mondo della pallavolo che faceva, di questa sorta di savoir faire istituzionale tra le varie consorziate alla Lega Volley, il suo vanto principale. Dichiarazioni quelle del massimo dirigente della Callipo che ritornano sulle vicende legate alla gara di andata con Trento che aveva suscitato tante polemiche per il solo fatto che il Club calabrese si è limitato a rispettare le regole. Regole inizialmente e pacificamente condivise da tutte le società della Lega Volley, salvo poi affermare il contrario accusando la società giallorossa ‘di comportamento antisportivo’ per l’evidente malvezzo di abusare delle ‘regole’ a seconda del proprio tornaconto.
L’INTERVISTA
La pesante sconfitta subìta ieri dalla sua squadra ad opera di Trento ha fatto vedere la Tonno Callipo in difficoltà, poco meglio nel terzo set in cui c’è stata una certa reazione: qual è la sua opinione sulla gara?
“Alla vigilia non mi facevo certo illusioni di un risultato positivo e favorevole per noi, considerato il livello dell’avversario e il gran momento che sta vivendo. Allo stesso tempo non pensavo ad una disfatta così forte ed eclatante. La nostra squadra era inesistente in campo. Qualcuno ha commentando l’esito del match usando il termine ‘asfaltare’. Forse è stato anche peggio. È stata una partita a senso unico, i nostri non hanno reagito. Sì, non c’era Defalco ma è altrettanto vero che una squadra non poggia tutta la sua forza su un singolo giocatore. Abbiamo perso i tre set a 13, a 16 e a 20 e considerando che Trento nel primo set ha fatto 4 errori in battuta noi abbiamo realizzato solo 9 punti, nel secondo altri 4 errori di Trento e noi 12 punti, e nel terzo su 20 sono sei gli errori in battuta di Trento. Tutto ciò la dice lunga sul nostro scarso rendimento in campo. È stato penoso vedere i nostri giocatori come dei ragazzi impauriti, con poco carattere. Credo che se avessimo messo in campo la formazione della Serie B avrebbe fatto una figura migliore”.
È un problema di approccio alla gara o cos’altro, visto anche che nelle ultime trasferte una volta vinto il primo set la Callipo si è poi arresa?
“In questo momento la squadra non c’è. Ci sono dei singoli ma manca il gruppo. Non è più la stessa squadra di un mese fa, prima di Natale. Quando si vedeva chiaramente l’entusiasmo, la voglia di dimostrare il proprio valore, il legame tra loro. Nella pallavolo è importante la concentrazione quanto l’affiatamento e che l’un incoraggi l’altro. È stata una grande delusione. Non so se è cambiato qualcosa. Di sicuro possono saperlo l’allenatore e il direttore sportivo con i quali mi confronterò come ho sempre fatto”.
Sarà importante trovare in tempi brevi i rimedi giusti per concludere bene la stagione regolare e poi affrontare i play off?
“Dobbiamo affrontare due partite molto particolari: con Civitanova in casa e fuori con Cisterna. Con la Lube è chiaro l’alto tasso di difficoltà. Cisterna, anche se l’ultima in classifica non bisogna sottovalutarla perché pur non avendo il problema retrocessione vorrà prendersi la soddisfazione di vincere contro la Tonno Callipo. Entrambe sono partite complicate”.
Quella di ieri è stata una partita vissuta in maniera particolare soprattutto per motivi esterni al campo. Trento si è presentata con il cosiddetto ‘dente avvelenato’ per quanto successo all’andata: alla richiesta di rinviare la gara la seconda volta Vibo ha risposto di no perché il numero dei positivi non superava quello stabilito dal regolamento per poter spostare l’incontro.
“Il fatto è che alcune squadre del Nord pensano di farla da padrone nella Lega Volley e di dettare le regole. Quando invece le regole sono a loro sfavore allora eccole pronte ad invocare sportività e fair play. Noi abbiamo rispettato le regole sia con Piacenza, per la questione del tesseramento del palleggiatore Baranowicz e sia con Trento. Il risultato? Siamo stati attaccati dai relativi presidenti di ‘antisportività e di mancanza di fair play’. Allora mi chiedo: qualcuno ricorda cosa ci è stato risposto quando l’anno scorso abbiamo invocato noi clemenza e comprensione per poter giocare a Vibo in un palazzetto-modello, direi fiore all’occhiello nel campo-del volley in Italia ma con la sola pecca di aver 2500 posti e non i richiesti 3000? In quel caso molti Presidenti dei singoli club e lo stesso Presidente della Lega Pallavolo ci hanno costretto a rispettare la regola della capienza. Siamo dovuti andare a Reggio Calabria per giocare trovando ospitalità al PalaCalafiore perché conteneva i tremila spettatori. Allora dov’è stato il fair play dei vari presidenti!? Lì si sono uniti per far rispettare la regola nonostante si trattasse di una questione che non avrebbe in alcun modo inciso sull’esito del campionato. In quel caso nessuno ha voluto aiutare una società consorella del consorzio Lega Volley. Noto purtroppo che in tali casi si diventa scomodi! Lo si diventa quando non si acconsente a quelle che sono le necessità e i desideri anche fuori dalle regole di alcuni presidenti, e quindi in quel caso si lede il decantato fair play. E mi chiedo altresì: un presidente che scrive sui social e dice che abbiamo tenuto un “comportamento antisportivo, privo di etica e morale e veramente di basso rango” è un presidente che ha osservato il fair play? Ha i connotati per restare in carica come presidente onorario di Lega? Merita di ricoprire tale carica dopo che verso un consorziato si esprime in quei termini senza che sia stato in alcun modo provocato o offeso? A mio avviso avrebbe dovuto quantomeno dimettersi da presidente onorario di Lega. E noto con disappunto che neppure il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di prendere alcuna determinazione su una dichiarazione così scorretta verso una società consorziata.
Non si perde occasione di farci sentire scomodi e ‘diversi’. Basta leggere i titoli ad effetto della stampa altotesina che parla di vendetta compiuta contro i calabresi. Testualmente “Itas, la vendetta è servita”. Il senso dispregiativo delle parole usate contro di noi è un eloquente segnale che non facciamo parte del ‘circolo dei favoriti’.