CATANZARO– “Rispetto al dissesto idrogeologico la politica, insieme alla parte tecnica, ha il compito di rispettare le regole e di farle rispettare, ma anche di far comprendere ai cittadini che siamo tutti parte attiva di un equilibrio territoriale che dobbiamo difendere, per tutelare la salute e la sicurezza delle popolazioni, ma anche per evitare danni irreparabili alle ricchezze del nostro territorio, dall’ambiente al nostro patrimonio storico e culturale”. Lo ha affermato il Commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, intervenendo in qualità di Presidente dell’Upi Calabria al Forum di informazione e consultazione pubblica della Regione Calabria sul piano di gestione del Rischio Alluvioni, tenuto questa mattina presso la Casa delle Culture di Palazzo di Vetro. Al forum hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Pino Gentile, il segretario generale dell’Autorità di Bacino regionale Salvatore Siviglia, i dirigenti generali dei Dipartimenti regionali Lavori Pubblici, Giovanni Laganà, e Urbanistica, Saverio Putortì. “Per mettere in campo una programmazione capace di prevenire il rischio idrogeologico ci vorrebbe un’intera finanziaria nazionale – ha proseguito Wanda Ferro – per questo è importante partire dall’introduzione di regole certe, delle quali dovranno farsi carico tutti i soggetti responsabili delle autorizzazioni e delle concessioni. E’ positivo il lavoro del Forum, promosso dall’Autorità di Bacino con i Dipartimenti regionali interessati – quelli dei Lavori Pubblici e dell’Urbanistica – perché aperto ai contributi dei rappresentanti delle Province, dei Comuni, di partner come le Università e gli Ordini professionali, con l’obiettivo di ridisegnare la mappa dei rischi di un territorio che dal 2008 ad oggi è stato colpito da ben 12 eventi alluvionali. Purtroppo la programmazione in questi anni è stata molto ristretta perché con le poche risorse disponibili – che sono arrivate soltanto dalla Regione Calabria che con la giunta Scopelliti ha messo in campo un grande impegno – siamo stati costretti a lavorare sulle emergenze, intervenendo per riparare i danni, soprattutto quelli alla viabilità e al reticolo idrografico, e quindi a togliere dall’isolamento le popolazioni che hanno subito gravi disagi, tentando di salvaguardare anche il tessuto economico costituito dalle tante attività agricole, commerciali e produttive. Purtroppo il territorio calabrese paga il fatto che dagli anni ’70 non ci sono stati significativi interventi di sistemazione idrogeologica, ma soprattutto i tanti interventi scellerati da parte dell’uomo che hanno causato danni gravissimi. In un territorio fragile come quello calabrese, si è costruito ovunque, negli alvei delle fiumare, negli arenili, sui piedi delle frane. Per questo è indispensabile un’operazione culturale che veda coinvolti soprattutto i cittadini, nella consapevolezza che non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”.