Barbanti (M5S) interviene sul trasporto ferroviario calabrese

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ROMA – “Sembra evidente, oramai, che l’unica cosa puntuale in Calabria siano i ritardi dei trasporti su rete ferroviaria”. E’ quanto afferma Sebastiano Barbanti, M5S.

“La Regione vive una normalità capovolta in cui disagi, ritardi e malfunzionamenti sono la regola dei trasporti pubblici, riflesso deforme dell’inadeguatezza delle infrastrutture. Il caso della stazione di Paola, dove due giorni fa circa settanta viaggiatori si sono ritrovati ad aspettare un treno fantasma – cancellato senza motivo né spiegazione – è surreale prima che emblematico: è solo l’ultimo episodio di attese infinite che vedono i cittadini costretti a subire il malfunzionamento di un servizio profumatamente retribuito – e mantenuto – grazie ai contributi pubblici ovvero alle tasche dei cittadini.

Tutto questo mentre ai piani alti si discute sul piano d’investimento 2014 per il rinnovo del materiale rotabile, in cui si annuncia l’arrivo di tre mezzi nuovi e la modernizzazione di quelli attuali: annunci che somigliano sempre più a delle prese in giro.

Sono anni che la Calabria vive in questo stato di degrado e queste continue promesse di ammodernamento stanno diventando solo chiacchiere da bar; sembra che la parola rispetto non rientri nel vocabolario di chi potrebbe fare qualcosa ed invece preferisce tutelare altri interessi piuttosto che la dignità sociale del cittadino.

Evidentemente questi manager non sono abituati a utilizzare il trasporto ferroviario altrimenti toccherebbero con mano lo stato di abbandono in cui si trovano i pendolari calabresi e, forse, capirebbero che è arrivato il momento di intervenire in tutta fretta. Come si può pensare di sostenere campagne a favore dei mezzi pubblici – naturalmente ecosostenibili e meno inquinanti rispetto ai mezzi privati – se questi non vengono resi efficienti?

Ci auguriamo che le presunte strategie di rilancio si trasformino in azioni concrete. Non possiamo più permettere che i calabresi continuino a pagare l’inefficienza di servizi malamente approntati da chi – smaccatamente – non sa fare il proprio mestiere”.

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