VIBO VALENTIA – Questa mattina, al convegno “L’ambiente al centro – Governo del territorio, rigenerazione urbana, lavori pubblici, difesa del suolo”, promosso per costruire, insieme ai rappresentanti degli Ordini professionali tecnici calabresi, una nuova proposta per l’ambiente in Calabria, Gianluca Callipo ha dichirato, in un intervento, che: «Nel 2010, 220 milioni di euro dovevano finanziare 183 progetti di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico. Di questi, solo due sono stati effettivamente avviati. Il problema della Calabria, quindi, non sono le risorse, ma un sistema politico-burocratico, basato sulle clientele e sugli accordi trasversali, che tutela soltanto i proprio interessi, infischiandosene dei cittadini».
«In materia d’ambiente e salvaguardia idrogeologica del territorio è emersa negli ultimi anni tutta l’incapacità della classe politica di dare risposte efficaci a problematiche che non possono essere affrontate incrociando le dita e sperando che non piova – ha continuato Callipo -. Si tratta di questioni troppo delicate e cruciali per continuare ad affidarci a chi non è riuscito in 40 anni a difendere la Calabria da frane e alluvioni. Anche in questo settore, avverto da parte dei cittadini e degli addetti ai lavori la fortissima esigenza di avere una politica che sappia ascoltare le necessità dei territori e che sappia fare scelte nette. Servono inoltre, regole certe e puntuali, a cominciare da una legge organica sulla difesa del suolo, tenendo conto anche della nuova architettura istituzionale che ridisegna i poteri e le funzioni di Regione e Province. Serve una legge sui lavori pubblici che punti sulla qualità delle opere, sulla semplificazione delle procedure e dei regolamenti. Ma è necessario soprattutto – ha concluso Callipo – puntare sul sistema della burocrazia regionale che va rivoluzionato. I dipartimenti Ambiente, Urbanistica e Lavori pubblici vanno totalmente riprogrammati. Le migliori idee, le migliori intenzioni politiche, camminano sulle gambe della macchina amministrativa. La sfida decisiva per competere con i contesti territoriali più avanzati si misura sulla capacità di avere una struttura burocratica snella, al passo coi tempi, competente, selezionata sulla base del merito e non dell’appartenenza politica. Obiettivi che solo una nuova classe politica, credibile, senza postazioni da garantire né cambiali da pagare, può portare avanti».