TAVERNA (CZ) – Era maggio, era il 2011. Il comitato ‘no alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile’ cominciava ad organizzare la protesta. Ieri, a Taverna, ha chiamato a raccolta associazioni e cittadini. Perché la centrale a biomasse si è materializzata: sul BURC (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) del 15 ottobre 2012 è stato pubblicato il decreto che autorizza la ANZ – Power a costruire una centrale a biomasse a Sorbo San Basile, in provincia di Catanzaro. Località Piano di Moggio. A due passi dall’aria più pulita d’Europa, quella della Sila. Amministratori locali tra i progettisti. Potenza complessiva di 4,3 MW. Migliaia di tonnellate di legname da bruciare: più di quello presente sul territorio, ci spiegano alcuni esponenti del comitato. «Coinvolgeremo tutti i soggetti sensibili – hanno dichiarato – per produrre, entro il 14 dicembre, il ricorso al TAR e, se necessario, al Consiglio di Stato». Alla manifestazione è stato presente anche Salvatore Scalzo. Il consigliere del Comune di Catanzaro in quota PD si è impegnato a portare il caso in consiglio.
Quest’ estate il Ministero dell’Ambiente aveva dato parere negativo alla costruzione della centrale per vincoli dovuti a coltivazioni di prodotti con marchio Dop e Pat (Prodotti Agricoli Tradizionali). Nei giorni scorsi sono scattati gli avvisi di garanzia per presunte irregolarità nella pratica presentata per ottenere le autorizzazioni necessarie. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Catanzaro.
Il comitato ‘no alla centrale a biomasse’ è contrario alla costruzione dell’impianto per i danni alla salute. Un esponente chiarisce un aspetto della normativa sulle biomasse e sulla classificazione dei rifiuti rispetto a cosa è possibile bruciare. «Spulciando la legge – spiega – si parla di imballaggi e rifiuti da imballaggio, legno, carta, cartone, vestiti (anche sintetici, quindi pure nylon e plastica), pannolini,assorbenti, altri prodotti tessili, oli e grassi animali commestibili, rifiuti biodegradabili – perché lo riscrivono?». Ma c’è chi dice sì alla centrale: per i posti di lavoro (qualche unità) e perché di rischi per la salute non ce ne sarebbero.
Rita Paonessa