Coldiretti Calabria: Le parole e le azioni cardine per il 2014

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Lavoro, giovani, imprese, investimenti, agroalimentare, solidarietà e legalità

Non è l’oroscopo del 2014 per la Calabria, ma con un orizzonte di circa 15 mesi che ci separano dalle elezioni regionali, il nuovo anno è decisivo per fare le scelte che in questi circa quattro anni non sono state fatte o sono state rinviate. “Si sa – esordisce Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che in fondo tutto il sistema regionale ruota attorno alle decisioni del Governo Regionale e che comunque esse influenzano l’attività e le azioni ai vari livelli Istituzionali e non e per questo pur non volendo iniziare da zero, chiediamo un nuovo inizio, per irrobustire la ripresa, che ci sarà”. Per il 2014 ad accompagnarci ed orientarci, devono essere alcune parole chiave, che hanno trovato consenso, appeal e condivisione nei territori da parte delle migliaia di cittadini che abbiamo incontrato. Per questo dopo averle annotate– continua Molinaro – proviamo a declinarle. Innanzi tutto il lavoro quello che c’è e potrebbe esserci. Ricordiamo i 31mila posti di lavoro che potrebbe creare complessivamente il PSR. Troppe emergenze affrontate con il fiato sul collo delle proteste e senza una reale prospettiva, ed allora, coniugare i diritti con i doveri ci sembra una linea di condotta per niente scontata. Giovani: reclamano diritto di cittadinanza, con una disoccupazione saldamente sopra il 45% loro devono essere il nostro punto di riferimento, il loro orizzonte non può essere di andare via dalla Calabria dove peraltro si formano, bensì investire qui il proprio talento e molti di loro, tra l’altro sono ritornati a fare lavori tradizionali con una riscoperta delle opportunità derivanti dall’agricoltura, prova ne è le imprese agricole condotte dai giovani che nascono e la scelta, in aumento, di istituti superiori ed universitari che formano in agricoltura e agroalimentare. Essi chiedono anche uno svecchiamento dei ruoli apicali in tutti gli organismi. L’altra parola gettonata è investimenti: questo significa in parallelo, sia una accelerazione sui tagli alla spesa improduttiva con obiettivi verificabili, che un controllo sui finanziamenti che devono produrre sviluppo reale scegliendo i settori “fulcro” che esprimono meglio la vocazione della nostra regione. Imprese è l’altra parola chiave. Senza di esse non ci sarà lavoro, il lavoro non è solo nel pubblico. Ci sono tante imprese che hanno innovato, ma fanno i conti con la crisi e la ristrettezza del credito, altro che vorrebbero farlo, ma hanno paura e preferiscono rimanere nel guscio. La nuova programmazione, 2014-2020, oltre a non ammettere ritardi, è la grande opportunità da non sprecare. Agroalimentare: è tema di grande attualità la bussola che deve orientarci, in questo anno che ci separa dall’Expò 2015 di Milano, dedicata al cibo. Dobbiamo potenziare le nostre eccellenze questo, significa anche cura dei territori e sviluppo sostenibile che consolidano i tanti più che in questi anni faticosamente si sono costruiti. L’esempio dei Bronzi di Riace, che in pochi giorni hanno richiamato migliaia di visitatori, deve essere emulato in tanti aspetti. Si viene in Calabria e si consumano prodotti calabresi perché esprimono cose uniche e non replicabili. Le ultime parole che devono contraddistinguerci e che mettiamo insieme, sono la solidarietà e la legalità. Non quelle solodeclamate, ma vissute, praticate e non occasionali, capaci di mettere insieme tutta la società e di farci fare passi decisivi verso gli ultimi e gli indifesi, di essere l’inizio e la sintesi di tutte le azioni che quotidianamente facciamo. Un anno –conclude Molinaro – che si contrassegni con queste semplici parole e azioni ci farà sentire più comunità e sicuramente emergere la Calabria che tutti vogliamo.

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