COSENZA-Di seguito pubblichiamo la lettera di Katya Gentile, rivolta ai cittadini.
“Mi occupo di emergenza Casa per delega conferitami dal Sindaco al nostro insediamento e l’inizio di questa «avventura», e la suddetta delega, mi hanno visto entusiasta, nonostante la lucida valutazione della complessità del problema, perché sapevo di essere mossa da princìpi di equità ed onestà e pensavo di poter fare bene e ottenere risultati. In un anno e mezzo mi sono impegnata a comprendere il ‘problema CASA’ in tutte le sue sfaccettature, ed il perché da diritto si sia trasformato in problema, convinta che tutto può cambiare, solo se si vuole. Coincidendo il Natale col tempo dei bilanci, è giunto il momento dei consuntivi.
All’atto del mio insediamento, il patrimonio destinato all’edilizia pubblica residenziale era indisponibile poiché le case erano tutte occupate e, purtroppo, in molti casi, non dal legittimo assegnatario. La situazione allarmante che mi si è svelata, dopo un’accurata ricostruzione degli atti e dei fatti oltre ad un’opera di attenta analisi e valutazione, si legava ad una serie molto variegata di inadempienze, di approssimazione e pressapochismo, di prassi errate, consolidate da anni di assenza di comunicazione tra gli uffici o tra gli Enti e di mancate assunzioni di responsabilità, la qual cosa aveva consentito il dilagare del fenomeno dell’occupazione abusiva, senza preoccupazione per alcuno di tutelare chi una casa la aspetta in maniera legittima e silenziosa da anni, nè tanto meno di tutelare il patrimonio abitativo pubblico. Tutti mi dicevano: «Assesso’ che rogna vi siete andata a prendere, case non ce ne sono. Nessuno ne ha mai recuperate. Solo l’Assessore La Valle ci ha provato, ma ha recuperato 4/5 alloggi e si è fermata. E’ un’impresa impossibile.» Non sapete quante volte ho sentito questo disco rotto, da impiegati, da vigili e da dirigenti. Immaginate con quale iniezione di fiducia avrei dovuto approcciare la problematica, per di più da parte di chi dovrebbe esercitare azioni che garantiscano la legittimità e la legalità. Una “armata Brancaleone” con la quale difendere quel patrimonio che dovrebbe essere nella disponibilità dell’Ente affinchè il Comune possa dare risposte a chi effettivamente possiede i requisiti di legge. Ostinatamente, entrando in empatia col dolore e la disperazione di tanti bisognosi, ho continuato ad andare avanti, certa che se prima di me qualche risultato era stato raggiunto, si potesse lavorare e fare di più. Il dramma vero è che l’atteggiamento in troppi casi non è cambiato, come se i soggetti competenti non avessero compreso appieno la gravità del problema e la responsabilità che il ruolo conferisce loro. Stanca di dover continuamente sensibilizzare gli animi dei soggetti preposti in ordine ad una problematica che riveste carattere di emergenza sociale, mi ritrovo finanche a dover supervisionare ogni procedura e correggere gli errori di superficialità o di incompetenza. Mi conforta e mi spinge a non demordere solo il fatto che, nonostante tutto e con enormi sforzi comportanti un impegno quotidiano estenuante, in un anno sono riuscita a recuperare ed assegnare 12 alloggi ad altrettante famiglie aventi diritto. Ricordo prima a me stessa e poi agli altri che sono tanti i nuclei familiari (circa 130 quelli che mi hanno sottoposto la propria situazione di disagio, producendo adeguata documentazione) che, pur vivendo una situazione di assoluto bisogno, non si sono mai sognati di andare ad occupare abusivamente un alloggio. Se realmente si vuole riconoscere al fenomeno dell’occupazione abusiva carattere di urgenza sociale, al fine di arginarlo concretamente, non si può pensare di agire sporadicamente e nessuno di noi può esimersi dal compiere il proprio dovere, nel rispetto di tanta gente che ancora in Italia si attiene alla legge. Per quanto di mia competenza, d’intesa con il Commissario dell’Aterp, nell’ottica di una programmazione che miri anche al ripristino della legalità, lavoro al bando integrativo per l’assegnazione degli alloggi che si renderanno disponibili, bando che sarà pubblicato nei prossimi giorni e consentirà di evitare sperequazioni causate dal fatto che l’ultima graduatoria, ancora vigente, non rispecchia la situazione attuale, non tenendo conto di situazioni di maggiore disagio abitativo sopravvenute.
Nella fase di valutazione iniziale, più volte ho incontrato S.E. il Prefetto Cannizzaro, massima autorità del territorio, persona capace, di grande apertura mentale e spessore umano, col quale, in assoluta sintonia d’intenti, così come abbiamo stabilito di dover lanciare un monito per scongiurare nuove occupazioni abusive, allo stesso modo abbiamo ritenuto di non poter mandare per strada, non avendo soluzioni alternative, chi si era procurato un tetto per la propria famiglia spesso composta da bambini, anziani e qualche volta disabili.
La scelta che abbiamo operato, e che a tutt’oggi mi sento di difendere, lascia spazio ad una complicazione: non tutti gli «ABUSIVI» hanno i requisiti. Ed allora? Rispondiamo tutti, ognuno per la propria parte, alla legge regionale n°32 del ’96. Tutti i soggetti deputati devono assolvere al proprio compito istituzionale, di accertamento, verifica, controllo, requisizione, quando si tratta di patrimonio dell’Aterp, e sgombero, applicando con rigore quella legge che, seppure passibile di miglioramenti, è ancora vigente. Io, per quanto mi compete, quotidianamente mi impegno a fare il mio dovere e a chi bussa alla mia porta continuerò a rispondere per quelle che sono le effettive possibilità, con la chiarezza, a volte scomoda, che è mia caratteristica. Andrò avanti continuando ad operare con le regole dell’assoluta trasparenza, legittimità e pervicacia che seguiteranno a portare risultati. Sono convinta che l’ostinazione e la caparbietà paghino sempre, quando vanno nella giusta direzione. Sono altresì certa, perché mi è già stata dimostrata disponibilità in tal senso, che sia possibile migliorare ulteriormente la rete di comunicazione e sinergia che lega tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa problematica, persuasa che solo lavorando insieme e con identità di obiettivi si possano ottenere risultati concreti per proseguire su quel percorso di legalità intrapreso che finalmente contamini tutti, diventando costume per la nostra città. Per questo mi sento di ringraziare, oltre S.E. il Prefetto, il Colonnello Ferace, il Questore Anzalone, il Procuratore Granieri e tutti i Giudici della Procura ai quali, consapevole della loro caratura umana e professionale, chiedo questa volta l’impulso decisivo che possa determinare una prepotente inversione di marcia. Al commissario dell’Aterp, Arch. Gagliardi, che con grande senso di responsabilità ha assunto coraggiosamente l’onere gravoso della guida di un Ente compromesso dalla cattiva gestione di chi lo ha preceduto, e col quale si è instaurato un rapporto di proficua collaborazione, chiedo di proseguire nella meritoria opera intrapresa.
Il tempo che stiamo vivendo impone a tutti un’assunzione di responsabilità , uno sforzo in più. Nessuno può esimersi dal fare una seria azione di analisi del proprio operato e di quanto di più si possa fare, a maggior ragione chi ha una carica pubblica che proviene dal consenso della gente deve sapere, in ogni istante della propria vita amministrativa, che opera per il bene di tutti, senza perdere mai di vista il fine supremo della Pubblica Amministrazione. Senza dubbio bisogna raccogliere le istanze più disparate, ma occorre discriminare sempre l’essenziale dal superfluo. La situazione è allarmante, la sofferenza eccessiva, viviamo un frangente di grande pericolo sociale, prossimo al collasso. Il governo centrale ha attuato delle misure economiche restrittive mettendo in serie difficoltà gli enti locali nell’espletamento di quegli aspetti di solidarietà sociale che in qualche misura consentivano in passato di offrire alle situazioni più disagiate un aiuto. Oggi, quindi, luci e botti potrebbero apparire una violenza nei confronti di chi probabilmente non ha un tetto e alcun motivo per festeggiare. Perciò, conoscendo la statura morale del nostro Sindaco, mi sento, magari inopinatamente, di chiedergli di risparmiare qualcosa su luminarie e festeggiamenti e destinare queste somme al pagamento di fitti, nell’attesa che le strategie messe in campo portino i frutti sperati.
A voi, cari concittadini, auguro in queste feste di poter aprire il cuore e riuscire a ritrovare quella solidarietà che un mondo individualista e senza valori ci ha rubato. Guardiamo gli occhi di chi ci è accanto e sosteniamo per quello che possiamo chi ha bisogno. Possiamo tutti.