CATANZARO – “Se si vuole davvero dare un futuro alla Fondazione Campanella, è necessario che il Governo nazionale proceda senza ulteriori ritardi alla nomina del Commissario alla sanità, in modo da consentire l’immediato sblocco delle risorse disponibili per salvare la struttura”.
E’ quanto afferma il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che ha incontrato il presidente ff della Regione Calabria, Antonella Stasi, per confrontarsi sulle possibili soluzioni alla complessa vicenda che mette a rischio il futuro di centinaia di lavoratori. “La Regione – dice Wanda Ferro – ha fatto tutto quanto poteva, avendo già deliberato in giunta la firma della transazione per il ripiano della situazione debitoria, ma serve la copertura finanziaria che deve arrivare dal residuo della fiscalità regionale del 2013″.
La presidente Stasi ha chiarito anche che con la nomina del commissario verranno sbloccate anche le risorse per il pagamento delle prestazioni non oncologiche, il cui importo è già stato confermato dai sub commissari al tavolo in Prefettura. Si tratta di altri cinque milioni circa, per i quali manca soltanto la firma del commissario. “Non è comprensibile – continua Wanda Ferro – il ritardo da parte di un Governo dice di avere a cuore le sorti della Calabria, ma nei fatti non è conseguente”. La Regione ha di fatto bloccato i licenziamenti, spostando da 2 settembre al 2 ottobre la riunione della Commissione, recuperando un mese di tempo e consentendo ai tecnici dell’Agenas di completare il piano delle necessità per individuare quali figure professionali dovranno essere trasferite alla “Mater Domini”.
“Ho chiesto alla presidente Stasi – conclude Wanda Ferro – che ha accolto con piacere la mia richiesta, di prendere parte ai tavoli istituzionali sulla Fondazione Campanella con i suoi lavoratori, che ho sempre difeso nelle attività di mia competenza, così come ho difeso l’Università di Catanzaro quando rappresentanti politici e istituzionali che oggi sono in prima linea nella protesta, per anni hanno lavorato per indebolire l’Ateneo proponendo l’attivazione delle stesse facoltà in altri territori”.