COSENZA – Il barbaro Alarico fa convergere il Pd sulle posizioni di Mario Occhiuto. Non è un mistero che il sindaco di Cosenza punti sulla straordinaria storia del re dei Visigoti e del suo tesoro per promuovere la città dei bruzi nei circuiti del turismo internazionale. Gli articoli del settimanale “Sette” del Corriere della Sera e del quotidiano britannico “The Telegraph” confermano che l’architetto ha visto giusto. Occhiuto è in procinto di annunciare al mondo che tutto è pronto per dare il via alla campagna di scavi, alla ricerca del mitico tesoro che sarebbe seppellito nel letto del Busento, vicino le spoglie del conquistatore. Mercoledì 21 ottobre è in programma nella Capitale, un incontro con i giornalisti organizzato nella sala “Aldo Moro” della Camera dei Deputati. Sarà presente la stampa nazionale ed estera e c’è da scommettere che l’evento godrà di una certa risonanza mediatica. Occhiuto fila come un treno mentre i suoi antagonisti non la smettono di litigare. Anche nel partito di Renzi però, si intuisce che l’idea è tutt’altro che malvagia. E allora, forse nel tentativo di saltare sul carro del vincitore, ecco spuntare una interrogazione parlamentare firmata da Nicodemo Oliverio e Michele Anzaldi. I due deputati Pd si rivolgono al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, chiedendo che “approfondisca la questione del tesoro di Alarico. Gli enti locali – aggiungono i parlamentari, guardandosi bene dal citare il sindaco-architetto, unico promotore dell’iniziativa nella duplice veste di primo cittadino e di presidente della provincia di Cosenza – hanno dato vita ad un comitato tecnico scientifico per avviare ricerche e sondaggi impiegando tutti gli strumenti in grado di poter rivelare la sua eventuale presenza. Si tratta di un fatto di grande rilevanza storico culturale e di un’attrazione per la città di Cosenza e del territorio. Chiediamo dunque al Governo di promuovere le ricerche”. In linguaggio corrente si traduce: giacché fino ad oggi abbiamo ignorato questo fantastico volano di sviluppo turistico, quando ci sarà da raccogliere i meriti, facciamo almeno in modo di aver partecipato, magari erogando un bel finanziamento ministeriale per la buona riuscita dell’impresa. Tornando alla campagna di scavi, nella prima fase interesseranno le aree ricadenti tra i comuni di Mendicino e Carolei dove vennero rinvenuti alcuni anni fa un altare e una croce incisa nella roccia. Saranno impiegate le più moderne tecnologie per verificare la presenza di metalli nascosti nel sottosuolo. Sono diverse le fonti storiche a confermare che il tesoro di Alarico sia sepolto a Cosenza. Si tratterebbe di circa 25 tonnellate di ori e argenti tra i quali potrebbe esserci addirittura la Menorah, il sacro candelabro della religione ebraica, andato perduto. Di sicuro la ricerca del tesoro insieme alla curiosità che va sviluppandosi attorno al mito di Alarico è essa stessa un tesoro per Cosenza, a dispetto dei soliti detrattori, onnipresenti come nelle migliori tradizioni.
Il sito dove è sepolto il re dei visigoti è stato individuato 26 anni fa dai fratelli Bosco. Una croce runica lapidea e un altare sepolcrale gotico sono le strutture che consentono di individuare la perfetta ubicazione della sepoltura di Alarico celata in una grotta in località Alimena di Mendicino.Per tantissimi anni il sito è stato lasciato nel dimenticatoio, ora che il mondo ne parla la nostra classe politica si è svegliata dal letargo. Gli scavi per legge li deve fare la soprintendenza stante l’importanza di quanto scoperto.