Incontro tra l’Unione Sindacale di Base e management aziendale

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REGGIO CALABRIA –  Ieri, a seguito della costituzione della RSA nella società ATAM S.p.a., una delegazione dell’USB lavoro privato ha incontrato, nella sede della società in Reggio Calabria, il management aziendale per fare il punto sulla situazione.  Durante l’incontro, la delegazione dell’USB, oltre a esprimere contrarietà al piano di rientro, ha chiesto la sospensione della sua attuazione in attesa che l’azienda, in concerto con qualificate competenze alle quali l’azienda ha conferito mandato, ne verifichi la fattibilità, ponendo adeguatamente in evidenza  che il debito è stato generato dallo smobilizzo dal bilancio 2013 dei crediti vantati nei confronti della Regione Calabria e del Comune riportati in bilancio; che il conto economico dell’esercizio 2012 è stato chiuso in sostanziale pareggio e che l’attuale piano di salvataggio, senza il ripiano totale e/o in parte dei debiti da parte della Regione Calabria e del Comune, non mette l’azienda a riparo dal  rischio fallimento. L’USB ha, inoltre, evidenziato come la possibilità di evitarlo  sia fortemente legata alla liquidazione dei crediti. L’azienda, apparsa abbastanza predisposta al confronto, ci ha informati che le risorse disponibili, a copertura del disavanzo, potrebbero ammontare a non più di 20 mln di euro. La delegazione USB, nel ribadire che le somme mancanti dovranno comunque essere ripianate dal socio unico – il Comune – si è detta disponibile, successivamente alla definizione con la Regione e  il Comune del monte risorse che saranno liquidate, a discutere di un piano industriale che, salvaguardano i livelli occupazionali e salariali, si svolga attraverso le seguenti azioni allo scopo di recuperare risorse da destinare prevalentemente ad investimenti, senza le quali non si capirebbe in che cosa consiste realmente il Piano industriale. L’Unione Sindacale di Base, ha così, proposto una serie di  interventi tesi a realizzare le seguenti azioni, che consistono nell’incremento dei ricavi da traffico (l’evasione/ elusione su base nazionali è stimata in oltre il 35% dei ricavi); la riqualificazione della spesa per acquisto di beni e servizi; l’internalizzazione delle attività di pulizia e delle attività manutentive attualmente affidate a ditte esterne; il rilancio delle attività di noleggio e delle attività connesse come le soste e la gestione degli impianti e lo sfruttamento degli spazi pubblicitari, il tutto stimabile in  un valore di oltre 600.000 euro annui. A questi recuperi si aggiungerebbero altri 450.000 euro per effetto del pensionamento di tre lavoratori che hanno maturato il diritto e di altre otto unità che, volontariamente, hanno scelto di essere posti in cassa integrazione in deroga. Ulteriori recuperi si otterrebbero nel breve periodo per il pensionamento di un altro consistente numero di dipendenti che matureranno il diritto. L’USB sostiene che sia possibile raggiungere gli obiettivi di risanamento e di rilancio dell’azienda, per cui si impegneranno affinché questo accada, nell’interesse delle lavoratrici, dei lavoratori e dei cittadini di Reggio Calabria.

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