Il Coisp (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia) a seguito della maxi inchiesta antimafia a Vibo Valentia, che ha consentito di assestare un duro colpo alla cosca dei Mancuso di Limbadi (VV), e le minacce della criminalità ad un Poliziotto e un Magistrato, in un comunicato stampa diffuso dalla Segreteria Nazionale, chiede il sostegno dello Stato:
“Non possiamo nascondere l’orgoglio che ci suscita vedere un Poliziotto italiano incarnare appieno l’onore, il coraggio, la forza di vestire la divisa, rappresentando encomiabilmente le Istituzioni, e difendendo lo Stato, nonostante tutto e tutti, nonostante le gravi carenze con cui facciamo quotidianamente i conti, nonostante questo nostro lavoro stia diventando sempre più complicato, esponendoci a rischi, pericoli, e giudizi che a volte fanno più male di qualsivoglia ferita al fisico. E oggi quell’orgoglio si mescola alla grave preoccupazione per il fatto che il valoroso collega Rodolfo Ruperti, proprio per la sua capacità e le sua caparbietà nel difendere legalità e sicurezza, sia bersaglio dichiarato della più pericolosa criminalità organizzata. A lui, come a tutta la Polizia, ed all’altrettanto valoroso Magistrato, come anche all’intero Ufficio che lei rappresenta, ora lo Stato garantisca tutto l’appoggio, il sostegno, la tutela necessari a proseguire una tale opera di ‘bonifica’ di zone di frontiera, come certamente la Calabria è, di cui lo stesso Stato si deve riappropriare, nonpotendo lasciare quei territori ed i loro cittadini ostaggio della prepotenza e dell’arroganza della malavita”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia ha spiegato poi come dalle intercettazioni effettuate in fase di indagini sono emerse minacce e pesanti commenti rivolti da quelli che sono ritenuti i vertici del clan nei confronti dei simboli della lotta alla ‘ndrangheta nel territorio vibonese, ed in particolare contro l’ex sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Marisa Manzini, ed il Capo della Squadra mobile di Catanzaro, Rodolfo Ruperti.
“Il collega – prosegue Maccari – che rappresenta un vanto per la Polizia di Stato al punto da essere indiscutibilmente identificato dalla criminalità come il ‘nemico’ da togliere di mezzo, testimonia oggi più che mai quanto i rappresentanti delle Forze di Polizia debbano sacrificarsi mettendo in gioco tutto, vita compresa, senza potersi risparmiare ed anzi sapendo bene che ciò può significare mettersi un bersaglio sul petto. Gente che antepone a tutto la divisa e ciò che essa significa. Gente che, giorno dopo giorno, silenziosamente e diffusamente, in ogni angolo d’Italia, veglia sugli italiani. Gente che, in determinate zone del Paese, si getta senza timore in una lotta quasi impari contro un antistato dotato di mezzi e disponibilità di gran lunga superiori a ciò che le Amministrazioni garantiscono ai difensori della legalità e della sicurezza. Eppure – conclude il Segretario del Coisp -, parliamo di qualcosa di fonte a cui lo Stato non dovrebbe potersi esimere dal manifestare concretamente vicinanza, manifestando il rispetto dovuto e dando sostegno vero ai suoi servitori più fedeli”.