“Martedì 17 dicembre presso Palazzo Campanella sede del Consiglio Regionale della Calabria , il Governatore regionale e l’Assessore al lavoro Nazzareno Salerno hanno presentato in conferenza stampa, la proposta di legge finalizzata a superare il precariato.
“Attraverso questa proposta avremo un quadro chiaro del precariato calabrese che è composto, oltre che da Lpu e Lsu, anche dai lavorati della legge 15/2008, 28/2008 e 8/2010 – ha dichiarato l’assessore Salerno. La legge dà la possibilità agli enti utilizzatori di procedere alla proroga triennale e non più annuale ed apre un percorso di stabilizzazione che prevede per i profili bassi delle procedure veloci”.
La proposta di legge però non contempla i 375 Laureati del Programma Stages 2008, meglio conosciuti dal “grande pubblico” come gli Stagisti della Regione Calabria che, pur essendo riconosciuti come precariato consolidato dalla D.G.R 160/2013, lottano ogni giorno con ritardi, porte sbattute in faccia, scadenze di contratatti e mancate promesse.
“Arruolati” con bando pubblico che prevedeva una selezione per titoli (conditio sine qua non era il voto di 110/110 a cui si aggiungevano master, dottorati, corsi di lingua ect..) hanno investito cinque anni delle loro vite professionali a servizio degli enti pubblici calabresi.
Negli anni si sono distinti per il contributo portato nelle P. A. locali tanto da meritarsi un contratto di collaborazione prima e un successivo rinnovo poi. Queste occasioni sono sempre state frutto di un continuo dialogo tra loro e le istituzioni competenti. I loro contratti sono scaduti a fine Maggio e nonostante una conferenza stampa del Governatore Scopelliti e un Bando pubblicato in preinformazione, ad oggi tutto tace.
Il loro percorso è da sempre stato alquanto singolare, fatto di tanti “passi falsi” e di troppe attese.
Eppure molte Pubbliche Amministrazioni hanno da sempre chiesto al Consiglio Regionale di consentire la prosecuzione dell’esperienza lavorativa di questi ragazzi vista l’impossibilità, al momento, di poter procedere ad indire concorsi pubblici.
Il 24 giugno scorso Il Consiglio regionale ha chiesto alla Giunta di trovare una soluzione al “caso stagisti”. Qualche giorno dopo, il 1 Luglio, Il Presidente Scopelliti e l’Assessore Salerno in una conferenza stampa hanno presentato la loro “non-soluzione” : un Bando pubblico finanziato con fondi comunitari.
I percorsi previsti dal Bando sono: una dote per i giovani professionisti contrattualizzati da enti privati; un incentivo per l’autoimpiego o ,“dulcis in fundo”, ritornare ad avere un contratto di formazione con enti pubblici della durata di 6 mesi. Molti sono i limiti del Bando che non prevede una “soluzione definitiva” ma solo un continuo rimandare… per alcuni versi lo stesso Bando rappresenta un “passo indietro”. Si ritorna da precari a stagisti proprio perché la strada più coerente al loro percorso professionale sarebbe infatti restare nelle PA. Questo significherebbe ritornare ad essere tirocinanti e non Collaboratori (come previsto dall’ultimo contratto stipulato con gli Enti).
Molti gli incontri avuti dai ragazzi con le istituzioni competenti per cercare di limitare e superare le criticità evidenziate.
Da Luglio il Bando compare in preinformazione ma ancora non è stato pubblicato ufficialmente sul BURC.
Nonostante il periodo storico avverso alla crescita professionale di giovani preparati e capaci, “gli stagisti” sono andati avanti convinti che il loro operato all’interno delle amministrazioni pubbliche fosse il biglietto da visita migliore; fermi, da più mesi, non possono continuare ad aspettare invano. Hanno bisogno di capire se questo lungo periodo a servizio della Calabria sia da annoverare sui loro Curricula come l’occasione di una vita o la sconfitta a cui non avrebbero mai pensato di andare incontro. Ora come non mai chiedono a gran voce di esssere inseriti nella proposta di legge per il superamento del precariato nella loro tanto amata Regione”.
Comunicato stampa Laureati del Programma Stages 2008
la calabria ha formato 370 giovani per innovare la pubblica amministrazione calabrese. dopo aver sostenuto il loro percorso di formazione e apprendimento sul lavoro decide di mandarli a casa. la Regione aveva a carico l’ammontare complessivo della spese, le amministrazioni pubbliche calabresi sfruttavano il loro lavoro. le amministrazioni infatti hanno goduto per poco più di 48 mesi di professionalità che hanno innovato la macchina burocratica. oggi é l’opinione pubblica che chiede il conto alla Regione e alle amministrazioni calabresi. alla Regione chiede il perché ha effettuato un investimento di oltre 12. milioni e alle amministrazioni pubbliche chiede perché ha sfruttato tale professionalità senza assumersi la responsabilità di trovare una soluzione.
gli amministratori hanno scelto ancora una volta di non abbandonare la vecchia logica dell’attribuzione di consulenze o in alcuni casi assunzione. i 375 giovani escono dagli enti ma all’interno degli enti rimangono aperte altrettante consulenze, sorge spontaneo chiedere a sindaci, direttori generAli e presidenti perché per i 375 giovani la risposta é sempre stata non ci sono soldi?