Reggio Calabria (RC)Legambiente Calabria chiede alla Regione e al presidente Mario Oliverio una legge sul consumo di suolo zero. I fatti di Rossano e Corigliano devono essere da monito a non costruire negli alvei e nelle foci dei fiumi ed occorre tutelare quanto ancora può essere preservato lungo le coste, a partire dall’Oasi di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio con i suoi 3,5 chilometri di costa ancora intatti. Una proposta, quest’ultima, che giace negli uffici della Regione e del Comune dal 2008.Quelli raggiunti dalla Calabria nell’ultimo report di Legambiente sul consumo di suolo, sono dati impressionanti: le trasformazioni interessano più del 65% dei rispettivi paesaggi costieri. Su un totale di 798 chilometri sono 523 quelli trasformati da interventi edilizi, anche illegali. Tra il 1988 ed il 2011 sono stati consumati 11 km di costa soprattutto per seconde case e centri turistici. Le trasformazioni maggiori hanno riguardato la costa tirrenica, dove gli edifici hanno cancellato importanti aree agricole, intaccato paesaggi montuosi di rara bellezza, avvicinato i centri esistenti, densificato e cementificato in maniera irresponsabile un patrimonio naturale inestimabile.Occorre cambiare le regole di tutela che si sono rivelate del tutto inadeguate a salvaguardare i paesaggi costieri dalla pressione edilizia. E’ urgente fissare, attraverso meccanismi di sanzione e premialità, un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere per una distanza di almeno un chilometro dal mare. Bisogna aprire cantieri di riqualificazione ambientale e culturale delle aree costiere, per fare di questi territori il cuore dell’idea di sviluppo che si immagina per la Calabria nei prossimi anni. È necessario partire dalla rigenerazione energetica del patrimonio edilizio, che lungo le coste è spesso vecchio e inadeguato, dalla valorizzazione delle potenzialità turistiche e dallo sviluppo di una moderna mobilità sostenibile per l’accesso al patrimonio di spiagge, pinete e altre attrazioni naturalistiche e culturali.Al centro delle politiche devono essere posti gli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici in linea con la programmazione europea sul tema, che individua come prioritarie le operazioni capaci di fermare l’erosione dei litorali e rafforzare il sistema di dune ancora esistenti.