ROMA – Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, si esprime così circa la decisione di chiudere il reparto della Terapia Intensiva Neonatale nell’Ospedale di Crotone adottata dal Commissario per la sanità calabrese, ing. Massimo Scura.
“La chiusura del reparto di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) all’Ospedale di Crotone è inaccettabile e offensivaper tutto il territorio crotonese. Chiederemo al Ministro della Sanità un suo immediato intervento rispetto alla decisione adottata dal Commissario per la sanità calabrese, ing. Massimo Scura. La soppressione della Terapia Intensiva Neonatale nell’Ospedale di Crotone, dopo oltre trenta anni di attività, porterebbe all’esodo dei prematuri nelle T.I.N. viciniori di Catanzaro (da cui paradossalmente oggi vengono trasferiti presso la T.I.N. di Crotone circa 10 prematuri all’anno nonché delle gestanti con gravidanze a rischio di parto pretermine), di Cosenza e Reggio Calabria. Tutto ciò recherebbe alle famiglie gravi disagi sia economici che sociali; carenze infrastrutturali che potrebbero compromettere la stessa salute dei prematuri. Sull’ospedale di Crotone gravano infatti i pazienti degli altri piccoli ospedali in via di forte depotenziamento o chiusura (Cariati e San Giovanni in Fiore). La Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Crotone è l’unica nella fascia jonica da Trebisacce a Crotone e, al suo interno, è attivo un servizio di Cardiologia Neonatale per bambini cardiopatici o operati al cuore che vengono seguiti anche in collegamento col “Policlinico di San Donato Milanese” e il “Bambino Gesù” di Roma. Depotenziare ulteriormente l’ospedale di Crotone significa abbandonare in una condizioni di assoluta debolezza e inadeguatezza la struttura sanitaria pubblica, finendo così per penalizzare le popolazioni di questa area, già profondamente colpite dai tagli degli ultimi anni in tutti i settori economici, produttivi e infrastrutturali. Noi tutti, al di là delle appartenenze politiche, dobbiamo invece batterci per potenziare e non ridurre, le specialità sanitarie dell’ Ospedale di Crotone che può contare su straordinarie ed apprezzate professionalità, al fine di dare risposte certe ed immediate ai cittadini che hanno il diritto di curarsi in loco. Non possiamo favorire una nuova ondata di migrazione sanitaria che finirebbe per pesare ulteriormente sul già negativo bilancio della sanità regionale.”