Occupato l’istituto Canossiano

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COSENZA – Il Centro Popolare Okkupato Autogestito Rialzo insieme ai migranti, alle famiglie italiane e straniere ha occupato l’Istituto Canossiano per tutelare il diritto alla casa.

Gli sfratti e i pignoramenti incolpevoli, ai danni di quanti hanno perso il lavoro e per l’aumento stesso del caro vita, hanno raggiunto cifre da emergenza in generale in tutto il sud, dove il tasso di disoccupazione supera di gran lunga le statistiche nazionali, ma anche a Cosenza dove nell’ultimo anno registriamo un’impennata che porta a più di 800 gli sfratti esecutivi per morosità. D’altra parte, le misure di welfare sono state completamente cancellate e l’ultimo piano casa è stato solo un condono per gli abusivismi edilizi. Nessun piano casa, nessuna valorizzazione sociale dell’immenso patrimonio pubblico, ma solo svendite e cartolarizzazioni per rimpinguare le casse degli enti.

Decine di famiglie (molte delle quali con decreto di sfratto), precari, migranti e rifugiati del comitato Prendocasa oggi mettono in campo un’azione di riappropriazione diretta occupando uno stabile vuoto e chiuso da anni, per riprendersi un pezzo della propria esistenza.

Con la Sollevazione Generale del 19 ottobre come movimenti per il diritto all’abitare, assieme a centinaia di comitati territoriali, dalla Val Susa a Lampedusa attraversando decenni di lotte che non sono in vendita,hanno dato vita ad un nuovo modo di praticare le piazze e di rivendicare diritti. Assedio si voleva ed assedio è stato e continuerà ad essere fino a che non arriveranno risultati concreti. Chiedono il blocco delle grandi opere e la cancellazione della Bossi-Fini, la chiusura dei Cie, libertà di movimento e diritto di cittadinanza per migranti e rifugiati, sanità e istruzione, casa e reddito per tutti, perchè non sono più disposti a pagare la crisi di banche, padronato e politicanti di mestiere. Nessuna mediazione al ribasso, nessun compromesso. Anche oggi è una giornata di Assedio al potere con azioni dirette di riappropriazione in ogni città in contemporanea alla conferenza Stato/Regioni/Province/Comuni, convocata dal Governo Letta che dovrebbe definire un decreto sulle politiche abitative. Ma non nutrono assolutamente nessuna fiducia in questo incontro, credono invece nella forza e nella determinazione espressi dalla piazza e dai bisogni che non sono contrattabili. Blocco immediato degli sfratti e varo di un vero piano casa. Stop delle grandi opere, dal Tav alla Metro leggera.
Rilanciano le lotte con una prima parola d’ordine da cui non torneranno indietro una sola grande opera: casa e reddito per tutti.

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