ROSSANO – «Ogni volta che una persona varca la soglia del carcere bisogna registrare un fallimento della società che non ha saputo creare le condizioni di convivenza civile e del rispetto delle leggi. Per questo dobbiamo impegnarci nella promozione di ogni iniziativa utile al pieno reintegro dei detenuti nella società civile».
Lo ha detto Salvatore Magarò, presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, intervenendo quest’oggi a Rossano, alla cerimonia di premiazione del Bando di concorso regionale per l’assegnazione di tre borse di studio sul tema: “Il valore della legalità e la legalità come valore”, ospitata nel locale istituto penitenziario diretto dal dott. Giuseppe Carrà.
Come si ricorderà, si tratta di un progetto finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria cui hanno aderito diversi istituti scolastici ed istituti penitenziari e che prende spunto dalla pellicola “… come rami d’inverno…” film documentario realizzato nel carcere di Rossano nel 2011 e che si sofferma, tra l’altro, su esperienze, speranze e sogni di detenuti ed ex detenuti.
«Un cortometraggio straordinario – ha aggiunto Magarò – che oltre ad offrire lo spaccato di una realtà spesso poco conosciuta, ha ispirato i lavori filmati delle decine di studenti iscritti al concorso.
La legalità è il pilastro, l’elemento fondamentale per una società civile che abbia a cuore i principi di equità e di giustizia. Il rispetto delle regole non va inteso soltanto come una semplice e formale osservanza delle leggi, ma come un valore dal quale nessuno di noi può prescindere e che abbiamo l’obbligo di instillare tra i calabresi fin dall’età scolare, affinché le nuove generazioni crescano con i giusti anticorpi per ripudiare la ‘ndrangheta.
Per troppo tempo la malapianta – ha concluso il consigliere regionale – ha trovato terreno fertile nell’indifferenza e nella connivenza di ognuno di noi. Adesso per fortuna le cose stanno cambiando, e la massiccia adesione a questo concorso sia da parte degli studenti degli istituti superiori, sia da parte dei detenuti che frequentano le sezioni scolastiche dei penitenziari calabresi, dimostra come vi sia una maggiore consapevolezza e una più incisiva determinazione nel combattere e tentare di sconfiggere ogni forma di criminalità organizzata».