Tagli Finanziaria, nota di FLAI-CGIL, FAI-CISL, UILA-UIL

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CATANZARO – Per i Segretari generali calabresi della FLAI-CGIL, Santino Aiello, della FAI-CISL, Giuseppe Gualtieri e della UILA-UIL, Nino Merlino, giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia da Roma che nella Finanziaria sono stati tagliati per l’anno 2016 ben 30 milioni di euro alla forestazione calabrese. Questo significa che non solo il comparto non avrà il rilancio auspicato, ma che rischia un ridimensionamento che lo porterà inevitabilmente verso un costante ed inesorabile declino.

Il settore della forestazione avrebbe bisogno di energie nuove, considerando che l’età media dei lavoratori supera i 50 anni ed il tipo di attività che sono chiamati a svolgere non è roba per vecchi, ma se il Governo invece di incrementare le risorse taglia quelle già previste, parlare di turnover nel comparto forestale diventa pura utopia.  FAI - CISL

Le attività svolte dai forestali sono indispensabili considerata la condizione di particolare fragilità in cui versa il territorio calabrese, che impone un’attività frequente di bonifica, manutenzione, salvaguardia e difesa del suolo.

Se si abbandona il territorio al proprio destino c’è il rischio che poi la natura si vendichi, come, purtroppo, è successo in tante località del Paese negli ultimi mesi, provocando morti e facendo danni economicamente di gran lunga superiori a quello che servirebbe per evitarli.

È noto che questo è un Esecutivo strabico, che guarda prevalentemente agli interessi del nord a scapito di quelli del meridione del Paese, ma non pensavamo fosse così miope da non accorgersi che il rilancio dell’economia della nostra Regione non può che passare attraverso una politica lungimirante in fatto di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, di manutenzione dell’ambiente e di valorizzazione e utilizzo delle risorse agroforestali.

La forestazione non serve solo ai lavoratori per portare a casa uno stipendio frutto di un onesto lavoro, serve alla Calabria e ai calabresi. Serve per proteggerli dalle calamità naturali che sono sempre in agguato e perché se riorganizzata, rilanciando le attività dirette e quelle ad essa collegate, come il turismo, l’energia e soprattutto la filiera del legno, le cui potenzialità sono ancora tutte da scoprire, potrebbe dare un contributo enorme in termini economici ed occupazionali, in una terra dove la disoccupazione generale è oltre il 20% e quella giovanile oltre il 60%.

Si può cambiare in meglio il volto della Regione se si parte dalle risorse disponibili sul territorio, costruendo su pilastri solidi una piattaforma di sviluppo sostenibile che possa dare risposte concrete ai bisogni della gente, non, viceversa, immaginando il salto di qualità della Calabria importando modelli di sviluppo sperimentati altrove con alterne fortune e comunque già superati.

Ecco perché è indispensabile che il Governo torni sui suoi passi ripristinando le risorse previste per la forestazione calabrese, ed ecco perché in caso contrario i lavoratori sono pronti a mobilitarsi e ad intraprendere tutte le forme di lotta necessarie per difendere il loro lavoro, nell’interesse della Calabria, ed a mandare al Presidente del Consiglio il messaggio forte e chiaro che il loro futuro non si tocca e che con il pane dei loro figli a nessuno è consentito di scherzare.

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