COSENZA – Continua ad alimentare il dibattito politico cittadino la decisione dell’amministrazione comunale di Cosenza di incentivare l’esodo dei rom dalla tendopoli di Vaglio Lise attraverso l’erogazione di un contributo una tantum di una somma di denaro che, nelle intenzioni di Palazzo dei Bruzi, doveva servire alle famiglie sfollate a trovare un alloggio alternativo o a rientrare in Romania. In realtà parte di tali famiglie avrebbe abusivamente occupato alcuni edifici abbandonati del centro storico. Inoltre questo provvedimento ha alimentato il malcontento delle famiglie disagiate di cosentini che si sono sentiti discriminati. Sulla vicenda il vicecapogruppo Pd in consiglio comunale Marco Ambrogio, ha espresso profonde critiche nei confronti del sindaco Mario Occhiuto. In una nota l’esponente del Partito Democratico, denuncia “i tanti retroscena di questa storia che di certo sta indignando e non poco l’intera collettività. Se l’intento era quello di deportare quella gente dalle tendopoli – ha aggiunto Ambrogio – ciò si è rivelato un vero e proprio flop: nessuno e dico nessuno degli occupanti l’area di Vaglio Lise ha lasciato la nostra città. Ma la cosa più deplorevole è che in molti pensano che Occhiuto abbia optato per la soluzione della liquidazione economica – prosegue Ambrogio – con l’intento di tenerli in città, poiché gli stessi, una volta lasciata la tendopoli, occupando abitazioni civili, con la residenza avrebbero pieno diritto di voto, essendo loro cittadini della comunità europea. Dunque un’ottima trovata pre elettorale degna della più vecchia e becera politica. Se così fosse, si prefigurerebbe – conclude Marco Ambrogio – un reato di voto di scambio tra sindaco e comunità rom”.
A difendere l’operato di Mario Occhiuto è però giunta la replica del vice-coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani Cosenza, Vincenzo Trotta. “A chi sostiene che l’amministrazione sperpera dei soldi destinati ai cosentini basta ricordare che a fronte di una spesa di 130 mila euro, che non intacca il welfare per i quali sono programmati 10 milioni di euro, si conclude un problema che per la gestione delle emergenze gravava alle casse comunali tra i 150 mila e i 200 mila euro all’anno – spiga il rappresentante azzurro – Alle tante polemiche strumentali susseguitesi nel corso degli ultimi mesi, seguono dei dati oggettivi: il campo Rom in riva al Crati, degradato e pericolante, insicuro sia per i rom stessi che per l’igiene ambientale, non c’è più. In seguito al trasferimento temporaneo nelle tende, sorvegliato da telecamere e forze dell’ordine, diversi individui hanno deciso di allontanarsi spontaneamente. Con un incentivo economico, di gran lunga inferiore alla spesa, gran parte dei cittadini rom, senza alcuna azione coercitiva o cruenta, hanno deciso di abbandonare la città, il che vuol dire un risparmio futuro e la scomparsa del fenomeno. Ciò che stupisce è l’atteggiamento politico della sinistra cosentina nei confronti di chi attraverso operazioni di legalità e sicurezza risolve problemi ventennali della città, dalla legalizzazione delle cooperative allo smantellamento, appunto, del campo Rom, nonostante tali operazioni siano state fatte attraverso il rispetto totale dei diritti del singolo”.