Trematerra replica a Guccione sulla vicenda dei dirigenti Arssa

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CATANZARO – Sulla vicenda del riconoscimento delle indennità di posizione e di risultato ai dirigenti Arssa, sollevata dal consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, l’assessore all’agricoltura Michele Trematerra dichiara: “È imbarazzante verificare la profonda ignoranza in materia amministrativa di chi si è candidato alla guida di una Istituzione Pubblica quale quella regionale. Ma ancora di più lo è se volta, per mera miopia di speculazione politica, ad intaccare diritti costituzionalmente tutelati quali quelli del lavoro. Il consigliere Guccione dovrebbe sapere che si sta parlando di diritti tutelati dalle norme sul pubblico impiego, che prevedono per i dirigenti tre voci tabellari, una riferita allo stipendio base, che viene versato in 13 mensilità, una riferita all’indennità di posizione, che viene versata in 13 mensilità e una, definita indennità di risultato, che viene versata una volta nell’anno. È chiaro che tutte queste voci debbono trovare copertura nelle previsioni di bilancio, che per l’Arssa si circostanziano in delibere commissariali, avendo il centrosinistra posto in liquidazione l’Ente per poi abbandonarlo in riva al fiume. Ma sul bilancio dell’Arssa tornerò prima della fine di questa nota.

Caro Guccione, chi fissa questi importi? Come funziona il meccanismo di aggancio della dirigenza Arssa ai valori tabellari? Sono valori negoziati a livello centrale per tutta la dirigenza del comparto Enti Locali, cui anche l’Arssa, in quanto Agenzia Regionale, deve adeguarsi. Ma vorrei ricordare che è così da sempre, è la legge, quella della Repubblica Italiana, non quella dell’assessore Trematerra.

Detto questo mi preme rilevare come chi mente, sia il consigliere Guccione, essendo sacrosanta verità che nessun dirigente dell’agenzia ha percepito l’indennità di risultato per gli anni 2011 e 2012. Indennità di cui, però, non si nega il diritto, e che il centrosinistra ha sempre regolarmente versato. Pur essendo in liquidazione!

Negarlo sulla scorta dell’infantile e populista ragionamento che l’agenzia è in liquidazione porterebbe a conseguenze di difficile previsione, se non si conoscono i meccanismi amministrativi dell’agenzia.

Di base posso condividere il ragionamento che l’Arssa era in liquidazione e che, quindi, non bisognava attribuire indennità di risultato, ma questa questione porterebbe alle estreme conseguenze che bisognerebbe annullare anche le indennità di produttività riconosciute all’intero monte dei dipendenti Arssa, essendo anch’essi in liquidazione. Per me si può discutere, ma sarebbe bene che il consigliere Guccione facesse un passaggio preventivo con le forze sindacali, e provare lui a capire da queste se è possibile azzerare un diritto contrattualmente previsto.

Tornando sul bilancio dell’Agenzia non posso sottacere che al mio insediamento l’Arssa aveva dotazioni finanziarie oscillanti tra 52 e 44 milioni di euro. Per il 2013 in bilancio sono previsti 32,5 milioni.

Caro Guccione, come sa bene, è difficilissimo fare voti tagliando circa 20 milioni di euro ad un Ente; proprio in quell’ottica di razionalizzazione e contenimento delle spese sulla quale non possiamo accettare lezioni proprio da quella parte politica che queste spese aveva creato”.

 

 

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