In un periodo critico e delicato come quello attuale, dove il rispetto dell’ambiente unitamente alla crisi economica rende sempre più forte l’esigenza dei cittadini di avere anche un trasporto pubblico efficiente, moderno e vicino agli standard europei, è davvero incredibile che si pensi al “ridimensionamento” o addirittura alla “chiusura totale” di un settore nevralgico come quello ferroviario che, al contrario, dovrebbe essere invece incentivato e potenziato. D’altronde, in una regione come la Calabria dove il turismo rappresenta la fonte principale di sviluppo e crescita economica, il funzionamento del servizio ferroviario è sicuramente un elemento imprescindibile perché da esso dipende la crescita e lo sviluppo economico dell’intero territorio. Il programma delle ferrovie è realizzare nel più breve tempo possibile la cancellazione di circa 5000 km di rete ferroviaria dall’intero panorama ferroviario nazionale perché ritenuti troppo costosi ed improduttivi. Per raggiungere questo strabiliante risultato la strategia principale e’ quella di attuare un graduale ed inesorabile impoverimento dei servizi in maniera da esasperare e disaffezionare l’utenza e giustificare così il successivo taglio con l’antieconomicità del servizio reso. Per realizzare ciò si è programmato che entro la fine del 2014 o al massimo nei primi mesi del 2015 un’altra decina di stazioni vengano chiuse e declassate a semplici fermate con un solo binario con i conseguenti disagi creati all’utenza. Le stazioni colpite dalla mannaia ferroviaria sono quelle di Ardore, Bova Marina, Capo Spartivento, Caulonia, Ferruzzano, San Lorenzo, Gioiosa Jonica Riace, Squillace, Isola Capo Rizzuto e Roseto Capo Spulico. Molteplici sono state nel tempo le manifestazioni a difesa della ferrovia, alcune delle quali anche eclatanti, portate avanti non solo dai viaggiatori e dai vari comitati nati spontaneamente, ma anche dai tanti Sindaci della fascia jonica; risultati che però sono valsi a poco.