Mario Oliverio chiede collaborazione per il rilancio della città

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mario oliverioCatanzaro(Cz)Quello del presidente della Regione Mario Oliverio, alla città di Catanzaro, è un messaggio di assoluta attenzione. Occorre però, non dimenticare che la città stesa vive un clima di basso profilo e di assoluta stasi, senza alcuna prospettiva di rilancio degna di tale nome. Da anni, se non da sempre, si parla di città turistica ma non si capisce con quali infrastrutture, quale ricettività, quale viabilità e quali collegamenti ferroviari, quale sistema turistico, quale programmazione a supporto della stagione che, quando tutto va “bene”, si comincia a pianificare verso la fine di giugno. Con un centro storico i cui esercizi chiudono per “due mesi di ferie forzate a causa di città deserta”.Ben venga il Festival del cinema, di caratura nazionale, ma non ci si dimentichi – soprattutto nei mesi invernali – di una città storica dove le sale cinematografiche chiudono o sopravvivono stoicamente, ancora una volta soppiantati da strutture più moderne negli shopping center.E pensiamo ai parchi come risposte, ovvero perseguiamo la strada percorsa finora, ossia realizzare strutture, intercettando fondi europei, che però, paradossalmente, genereranno costi di gestione senza alcun utile e senza alcun posto di lavoro se non con ulteriore aggravio per le casse comunali che, non avendo progettato il sostentamento relativo della struttura da realizzare, avranno regalato alla città come già accaduto negli anni, gli oneri delle strutture senza averne i vantaggi.Anni di esistenza e di sopravvivenza per l’Accademia delle Belle Arti ma senza poter assurgere allo status di spicco che meriterebbe, a causa di quelle eterna precarietà alla quale è sempre stata soggetta, relativa ad una sua allocazione, chiara, stabile, definitiva, dignitosa.Pensiamo a fare e rifare sempre la stessa piazza che non acquisirà mai e poi mai un suo valore storico, tanto tra dieci anni al massimo la rifaremo ancora più “bella e meravigliosa”, quasi fosse l’impegno prioritario di ogni amministrazione, e non costruiamo mai una programmazione degna di una città capoluogo di regione, che veda, stabilmente, valorizzati i propri percorsi culturali e le proprie risorse umane in ambito artistico e culturale.E, giusto per non risparmiare un torto a nessuno, facciamo lo stesso col conservatorio, dopo tanti sforzi per riuscire ad ospitarlo. Quando poi si parla di sanità. Parliamone, ma con i cittadini. Chiediamo loro se si sentono soddisfatti. Se partono ancora per la Lombardia, per l’Emilia, il Veneto o il Lazio o, invece, rimangono in città per la certezza di una sanità efficiente o perché non hanno altra possibilità?Nessuno pretende da un sindaco la bacchetta magica, ci mancherebbe altro. Ma sarebbe auspicabile uno scatto di orgoglio al quale consegua un atteggiamento aperto a suggerimenti, consigli e collaborazioni, nell’interesse unico della cittadinanza tutta, anziché essere parte di logiche unicamente strategiche che, certo, potranno assicurare la maggioranza nel palazzo, ma alla città assicureranno il buio pesto in cui naviga da troppo tempo.Speriamo che l’invito di Oliverio – lanciato, ad esempio, in occasione della cerimonia d’inaugurazione della cittadella regionale e ripreso da alcuni consiglieri comunali nei giorni successivi – venga colto e che il sindaco voglia estendere al consiglio e alla cittadinanza la collaborazione per un rilancio adeguato e ben pianificato del capoluogo di regione.

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