Sìon, lo steampunk con occhi bruzi

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12077112_1221435054540115_363899888_n  Quando ho visto per la prima volta “Sìon” non aveva ancora questo nome. Si chiamava ai tempi Città Nuova se non erro. Mi aveva fin da subito catturato per via del suo genere, lo steampunk. Macchine a vapore, fuoco, ingranaggi, vestiti pomposi o vittoriani mi sono sempre piaciuti e vedere tutto questo ad uno stand del Cosenza Comics mi ha stupito. Dare spazio ad un progetto ancora così piccolo e volatile è una presa di posizione forte che lo staff dell’evento ha sostenuto con fiducia per me ampiamente meritata.

 

Simone Madeo, archeologo, musicista, sceneggiatore e creatore della storia di “Sìon”, mi fermò allo stand, volantino alla mano, raccontandomi quanto più possibile. Mi parlò come un fiume in piena di una storia ambientata a Napoli, una Napoli parallela, ricca di meccanica e scienza. Una Napoli mai disegnata in precedenza, pensata forse, ma mai portata in vita. Mi portò al bancone e mi fece vedere le tavole che fino a quel momento avevano preparato, mi illustrò come avevano pensato il Vesuvio, del progetto geotermico e di tante altre cose. Impressionato dalla passione di Simone, decisi di tenere sott’occhio il progetto “Città Nuova” e devo dire che il tempo mi sta dando ragione.

 

Il 27 pomeriggio sono andato di buona lena a seguire la presentazione che hanno tenuto alla Fumettomania Megastore di Cosenza. Volevo aggiornare la mia conoscenza del progetto e fare due chiacchiere con colui che mi aveva tirato in un mondo dove Napoli poteva essere una città ottocentesca con strutture geotermiche into12077314_1221435131206774_1470842163_nrno al Vesuvio. Simone mi ha accolto come sempre a braccia aperte e dialettica pronta e mi ha raccontato le novità: del viaggio allo SteamFest di Roma, del Tour che stanno facendo per l’Italia e del sempre più rinnovato desiderio di portare “Sìon” nelle librerie degli italiani. Mi ha raccontato di Pìon e di quanto i fan li stiano supportando su facebook e sugli altri social e mi ha confermato la scelta che già al Cosenza Comics mi aveva anticipato: Il Crowdfounding.

 

Questa forma di finanziamento delle opere è ostico, necessita di tanta gente, gente che crede nel tuo progetto tanto da dare i loro soldi a scatola chiusa. Molti hanno fallito con questo metodo di “produzione collettiva”, ma abbiamo uno degli esempi italiani più importanti che ci dice il contrario: Lùmina.

 

Di Lùmina ci sarebbero da dire tante cose, del viaggio degli autori, della scelta dell’esacromia, dell’Ultraflat… Ma questo non è né il luogo né il tempo. Qui si parla di “Sìon”.

 

Sìon è un investigatore, esiliato dalla sua comunità ebraica, che si trova a Napoli per indagare su strani avvenimenti che stanno scuotendo i bassifondi. Scopriamo da indiscrezioni che è muto, ma che ha un amico che parla per due: Ferruccio, giovane inventore che lo accompagna e smorza le tematiche dure e le tinte noir del fumetto. Parliamo infatti di una storia matura in cui i protagonisti sono costretti a fare delle scelte difficili. Niente deus ex machina, niente salvezza, solo dura realtà.

La verosimiglianza è un punto infatti che è affiorato molto spesso durante la pr12077517_1221435127873441_627081384_nesentazione. Sante Mazzei durante il suo discorso ha tenuto a sottolineare quanto il lavoro insieme ad Alessandra Lucanto sia stato influenzato da questo fattore. Abbandonando i clichè e gli stereotipi tipici del genere, è venuta fuori una “realtà” cruda e immanente che, in funzione alla trama, dona il giusto spessore ai personaggi rendendoli vivi e senzienti.

 

Insomma, tirando le redini, è tempo di chiudere. Voglio ricordarvi però che il Sìon Tour continua l’11 Ottobre al Teatro Rendano ci sarà un nuovo incontro con i creatori di “Sìon”. Noi di Nerd@30 ci saremo e promettiamo un aggiornamento e voi? Ci farete compagnia o avete troppa paura delle macchine a vapore?

 

Daniele Ferullo

 

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