ECCELLENZA, Bonadio (Catona): “Senza il gruppo non si va da nessuna parte”

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Giuseppe Bonadio, 30 anni, è l'uomo bandiera del Catona Calcio
Giuseppe Bonadio, 30 anni, è l'uomo bandiera del Catona Calcio

Alla vigilia dell’importante match contro l’Acri, il centrocampista del Catona Calcio Giuseppe Bonadio ci parla della sua squadra, del delicato periodo che sta attraversando dopo l’ottima partenza in Campionato, e del caso del calciatore daspato Pietro Arcidiacono. Sul prossimo avversario, l’Acri di mister Colle, dichiara: <<Sono un’ottima squadra ma noi dobbiamo avere rispetto per tutti e paura di nessuno>>.

D. Dopo una buona partenza in campionato, il Catona ha accusato una lieve flessione. Da cosa credi possa essere dipeso?

R. L’ entusiasmo iniziale per il debutto in Eccellenza ha consentito alla squadra di viaggiare a mille. Nonostante ciò, abbiamo pagato un po’ di inesperienza dal momento in cui siamo una squadra giovane con alcuni giocatori alla prima esperienza in questa nuova categoria. Tutto sommato questo primo scorcio di campionato può sicuramente essere un buon viatico per continuare su questa strada considerato che ad inizio stagione erano molti gli scettici che non credevano in questi risultati.

D. E’ la vostra prima esperienza in Eccellenza, ma siete un gruppo unito e affiatato da un po di tempo. Quanto conta in questo caso il collettivo? 

R. Penso che essere un gruppo affiatato ed unito possa aiutare la squadra a raggiungere l’obiettivo stagionale, anche se rispetto lo scorso campionato siamo rimasti in quattro dello zoccolo duro. Nonostante ciò i nuovi innesti sono riusciti ad integrarsi al meglio e subito. E questo è giá un grande passo in avanti dato che oltre l’esperienza e la bravura del singolo, per arrivare ad un traguardo, serve notevole intesa tra tutti gli interpreti della squadra: altrimenti non si va da nessuna parte. 

D. Tu sei un veterano della squadra ed, inoltre, sei nato e cresciuto proprio a Catona, alle porte di Reggio Calabria. Sei stato uno dei protagonisti lo scorso anno della storica promozione in Eccellenza, ma nonostante ciò hai avuto quest’anno qualche problema, complice anche un recente infortunio, a trovare spazio nella formazione titolare. Ti senti messo da parte da mister Barillà?  

R. Credo che il senso di appartenenza ad una maglia e ad una città sia qualcosa di indescrivibile. Io ho la fortuna di giocare nella squadra del paese in cui vivo e che sono riuscito a traghettare, insieme ai miei compagni, dalla Prima categoria all’Eccellenza. Per tutti noi questa promozione è stata davvero un risultato storico di cui ne sono stati protagonisti i ragazzi, la società e soprattutto il pubblico catonese, che ci ha sempre seguito e sostenuto. Con mister Barillá non ho nessun problema: il fatto che stia giocando di meno rispetto alla passata stagione è dovuto ad alcuni infortuni che non mi hanno consentito di non essere al top della condizione. E in questa categoria se non si è al massimo della forma si rischia di penalizzare la squadra. Al momento sto bene e spero di poter dare il mio contributo per il prosieguo della stagione.

D. Domani ricevete in casa l’Acri quarta in classifica, che arriva dal discusso e discutibile pareggio con il Guardavalle. La squadra rossonera sta però attraversando un buon momento ed è attualmente la miglior difesa del campionato. Li temete?

R. La nostra filosofia è: rispetto per tutti, paura di nessuno. Dopo questa premessa posso dire che l’Acri è una delle formazioni più attrezzate del campionato, ma noi cercheremo con le unghie e con i denti di fare la nostra partita. E anche se non sarà del tutto facile, soprattutto andare a rete, non partiamo battuti e ce la giochiamo a viso aperto, così come abbiamo fatto con tutti.

D. In quale reparto credi che l’Acri sia meglio coperta e quali sono invece i punti di forza e gli uomini migliori su cui il Catona deve puntare?

R. I numeri parlano chiaro: è la difesa il loro reparto più forte. Inoltre è una squadra ben amalgamata e fatta di giovani che puntano specialmente sul loro entusiasmo, che non guasta mai. Da parte nostra, non posso nascondere che l’elemento che fa la differenza, è principalmente la forza del gruppo. Per ogni reparto c’è un buon mix di vivacità giovanile ed esperienza di veterani.

D. Qual’è la tua opinione sulla vicenda che ha coinvolto l’attaccante del Cosenza Pietro Arcidiacono, sospeso per tre anni dai campi di gioco per aver mostrato una maglietta pro-Speziale durante un’esultanza per un goal?

R. Spesso l’amicizia fa compiere dei gesti spontanei senza star troppo a pensare alle conseguenze, ma il calcio è un veicolo mediatico di elevato spessore per cui occorre riflettere prima di esporsi. In ogni caso non sta a me giudicare il gesto di Arcidiacono, la giustizia sportiva farà il suo corso.

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