Vola in libreria “il cacciatore di meduse” e continua il suo viaggio contro il razzismo

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Il cacciatore di meduse - copertinaCROTONE (KR)  – “Il cacciatore di meduse”, il nuovo romanzo di Ruggero Pegna che racconta la storia di un piccolo migrante somalo, continua a riscuotere consensi e a viaggiare, oltre che nelle librerie italiane, anche in numerosi eventi letterari.

Il dramma dei migranti, che in questo emozionante romanzo edito da Falco diventa una grande storia d’amore con finale da autentica e commovente fiaba moderna, ora approda anche nelle scuole. Giovedì 22 nottobre alle ore 10.30, infatti, sarà oggetto di discussione all’Istituto Superiore “Mario Ciliberto” di Crotone, con un incontro tra studenti e autore.

Dopo le numerose presentazioni, tra cui quella della versione in braille per ciechi e ipovedenti a cura dell’Uici di Vibo Valentia e la copertina dei venti libri da leggere sul tema dell’immigrazione su Panorama.it, “Il cacciatore di meduse” domenica 25 ottobre sarà anche alla BookCity di Milano. La presentazione del romanzo nella prestigiosa vetrina milanese è prevista alle ore 15.00 presso la Biblioteca della “Società di Incoraggiamento Arti e Mestieri” in via Santa Marta.

L’originalissimo ed emozionante romanzo, che porta i lettori nell’ avventura di un piccolo somalo sbarcato a Lampedusa con la mamma e un Pinocchio di legno, convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è misero o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle.

La struggente storia di Tajil, un bambino nero che non sapeva di essere diverso perché nel suo villaggio a Chisimaio tutti avevano il suo stesso colore della pelle, offre l’unica soluzione possibile ai dilemmi di questi giorni, aprendo ai sentimenti, al rispetto degli altri e delle loro infinite diversità, usando la chiave della bontà e degli affetti. La narrazione cattura il lettore, incanta, anche grazie a descrizioni di una natura aspra ma meravigliosa, lo trasporta in un’atmosfera di vibrante umanità con l’identificazione e la proiezione nel personaggio principale, di cui condivide amarezze e delusioni, ma anche speranze, attese e desideri, fino alla sorprendente conclusione.

“Io sono un bambino nero, non so perché il mio colore è questo, ma sono contento lo stesso, perché somiglio a mamma, al nonno e a tutti quelli di Chisimaio. Se ero bianco, mi sarei vergognato sicuramente di stare là. Ora che sono grande e sono qui, non mi importa nulla se qualcuno mi chiama negro. Sono vivo e felice. E questo è bellissimo…”.

Effetto inevitabile del testo letterario di Ruggero Pegna è quello di un’autentica sferzata contro il razzismo, verso il superamento di pregiudizi e di steccati culturali che mal si accordano con il rispetto dell’umanità e delle diversità e la convivenza civile a ogni latitudine.

«La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia. […] Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ».

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